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(contin.)<lb/>Giudice. Dirà V. S. che la deduce da quelle mie parole, che nell'ultimo anno non ci siamo visti, se non alla tavola. Questo si domanda in buona logica un paralogismo, perche quelle parole sono dette à provare, che io non potevo haver cura di lui, perche non ci vedevamo se non à mensa, non perche io volesse che mi corteggiasse, ò venisse tutto il giorno à star con me, ma perche io ero occupatissimo in altri negotii, et anco esso per il piu alla schuola; anzi io gle feci intendere, che non mi accompagnasse alle cappelle, et concistorii, et congregationi parte perche volevo che attendesse à studiare, parte perche essendo giovanetto sbarbato non conveniva, che fusse visto nel mio corteggio. Si che V. S. non ha bene inteso le mie parole, ò io non mi sono ben dichiarato; si che se V. S. non mi vele far'ingiuria , non mi dica, che io non habbia il sig.or Marcello in buon concetto.<lb/>
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A quello, che lei aggiogne delli Gesuiti, rispondo, che io non ho parlato della difesa delle conclusioni, ma che con certa occasione dimandando una persona alli Padri che profitto havesse fatto il sig.or Marcello nella filosofia, risposero, che era stato debole, non per mancamento d'ingegno, ma di infirmità corporale, et poca applicatione. Et l'istesso sig.or Marcello si ricorderà, che una volta io gli dissi burlando, che volevo scrivere à V. S. che esso dormiva assai, e studiava poco, et questo lo dissi, perche mi pareva di conoscere in lui non molta applicatione allo studio; forse si applicarà piu alle leggi, come piu utili.<lb/>
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Veggo che ha offeso V.S. quella parola di aio, ma io l'ho detta Q9^con ogni simplicit� volendo solo significare,che mi era impossibile
 
Veggo che ha offeso V.S. quella parola di aio, ma io l'ho detta Q9^con ogni simplicit� volendo solo significare,che mi era impossibile
 
osservare tutti li suoi andamenti, et non mi � cascato in mente di voler significare quello che lei si � andata imaginando. Bora con chiudo,che se il sig/or Marcello vorr� venire � Roma, il M/ro di ca sa gl'ha trovato una buona stanza vicino � casa nostra, et per espeJ^rienza conoscer�,che io non ho perso in cosa veruna l'affetto, che sempre gl'ho portato, ne V.S. spender� niente piu,di quello che spendeva, quando era in casa mia, et cosi l'Abbate della Ciaia mi si
 
osservare tutti li suoi andamenti, et non mi � cascato in mente di voler significare quello che lei si � andata imaginando. Bora con chiudo,che se il sig/or Marcello vorr� venire � Roma, il M/ro di ca sa gl'ha trovato una buona stanza vicino � casa nostra, et per espeJ^rienza conoscer�,che io non ho perso in cosa veruna l'affetto, che sempre gl'ho portato, ne V.S. spender� niente piu,di quello che spendeva, quando era in casa mia, et cosi l'Abbate della Ciaia mi si

Revision as of 19:30, 19 January 2019

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(contin.)
Giudice. Dirà V. S. che la deduce da quelle mie parole, che nell'ultimo anno non ci siamo visti, se non alla tavola. Questo si domanda in buona logica un paralogismo, perche quelle parole sono dette à provare, che io non potevo haver cura di lui, perche non ci vedevamo se non à mensa, non perche io volesse che mi corteggiasse, ò venisse tutto il giorno à star con me, ma perche io ero occupatissimo in altri negotii, et anco esso per il piu alla schuola; anzi io gle feci intendere, che non mi accompagnasse alle cappelle, et concistorii, et congregationi parte perche volevo che attendesse à studiare, parte perche essendo giovanetto sbarbato non conveniva, che fusse visto nel mio corteggio. Si che V. S. non ha bene inteso le mie parole, ò io non mi sono ben dichiarato; si che se V. S. non mi vele far'ingiuria , non mi dica, che io non habbia il sig.or Marcello in buon concetto.
A quello, che lei aggiogne delli Gesuiti, rispondo, che io non ho parlato della difesa delle conclusioni, ma che con certa occasione dimandando una persona alli Padri che profitto havesse fatto il sig.or Marcello nella filosofia, risposero, che era stato debole, non per mancamento d'ingegno, ma di infirmità corporale, et poca applicatione. Et l'istesso sig.or Marcello si ricorderà, che una volta io gli dissi burlando, che volevo scrivere à V. S. che esso dormiva assai, e studiava poco, et questo lo dissi, perche mi pareva di conoscere in lui non molta applicatione allo studio; forse si applicarà piu alle leggi, come piu utili.
Veggo che ha offeso V.S. quella parola di aio, ma io l'ho detta Q9^con ogni simplicit� volendo solo significare,che mi era impossibile osservare tutti li suoi andamenti, et non mi � cascato in mente di voler significare quello che lei si � andata imaginando. Bora con chiudo,che se il sig/or Marcello vorr� venire � Roma, il M/ro di ca sa gl'ha trovato una buona stanza vicino � casa nostra, et per espeJ^rienza conoscer�,che io non ho perso in cosa veruna l'affetto, che sempre gl'ho portato, ne V.S. spender� niente piu,di quello che spendeva, quando era in casa mia, et cosi l'Abbate della Ciaia mi si