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Egli stesso prova la tensione delle corde, fa scendere un giornalista e mi dà il segno della preghiera.
Mi metto la stola. Il Comandante Romagna ordina l'attenti. Io recito fortemente alcuni versetti e gli oremus dell'Itinerario e poi dò solennemente la Benedizione davanti alla navicella del dirigibile. Il generale Nobile che è davanti a me si fa il segno della Croce, e con lui tutti gli altri. Finito la cerimonia il Comandante grida Viva il Re e l'equipaggio grida Viva. Poi il generale si licenzia stringendo la mano e baciando il fratello, il Com. Romagna, me, il Com. Biffi poi sale sulla navicella. Il Com. Romagna rompe una bottiglia di champagne sulla corona del dirigibile e tutti gridiamo. [1]
Evviva. "Motori in azione". "Lascia la navicella". "Lascia tutto". E il dirigibile si solleva dolcemente sicuramente sul cielo sereno. Noi gridiamo ancora Evviva. Sono le 13.1/2. [2]
Durante quasi tutta la mattinata si è visto un bel alone polare senza pareti.
Il dirigibile naviga verso l'uscita della baia. Noi torniamo a bordo della nave.

Tutti sono restati impressionati dalla cerimonia della partenza. Alcuni avevano le lacrime. Mi hanno detto che ciò che ha fatto più impressione è stata la cerimonia

  1. Classica ceremonia beneaugurale tipica del mondo marinaro, adattata per il dirigibile "Italia" inteso in questo caso come la "navicella dei cieli".
    Per corona deve intendersi una catena di autolivellamento e compensazione con delle palle di bronzo distanziate e dal peso di circa 400 kg complessivi, appunto vista da Padre Gianfranceschi come una corona del rosario.
  2. Il diario dissipa ogni possibile ragionevole dubbio emerso a posteriori dalla lettura di alcune fonti: Padre Giuseppe Gianfranceschi non è mai salito a bordo dell'aeronave e non ha personalmente partecipato al secondo volo del dirigibile "Italia".