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il Carnevale di quest’Anno come si mostrarà chiaramente poiche per impedire il tumulto che si fa per il concorso di gente strepitosa che procura d’entare nella sala nella quale si rappresentano tali recitamenti nel seminario fù pigliato per espediente quest’anno di poner alla Porta del seminario alcuni Convittori delli Maggiori quali fussero sufficienti di tener adietro la gente bassa et inquieta che soleva ogni anno far del strepito, e perche si era provato per esperienza ch’alcuni scolari della sapienza erono quelli che usavono peggiori termini con fischiate e tumulti intolerabili senz’alcun rispetto, fù fatta particolar diligenza d’escluder questi tali quali più de gl’altri si facevano avanti per entrare facendo anco gran violenza per esser introdotti, alli quali empiti opponendosi gagliardamente li seminaristi, vennero à farsi tant’inimici quant’erono li detti scolari di sapienza che tenero lontani, e furono esclusi. Però questi non contenti di vendicarsi nella stessa strada con far varie insolenze contro li convittori che stavono alla porta in modo che sofrzarono li convittori à pigliar li bastoni et armi per tenerli lontano dalla Porta, e non permetterli l’ingresso, ma di più per le strade di Roma vennero ad insultarli in modo che necessitarono alcuni ad armarsi nell’andar fuori. Per quest’esclusione fatta alli scolari di sapienza dalli Convittori che si doveva far da Sbirri ò Soldati avenne che li Convittori anco nel tempo di Quadragione mantennero L’inimicitia contro detti scolari della sapienza, e questi contra il seminario procurarono d’usar ogni mal termine cercando d’incontrrli mentre andavono ala solita ricreatione del Gioco del Pallone a Pilotta alle Terme Antoniane Incontrandosi dunque il seminario con li scolari di sapienza questi con parole ingiuriose, Villanie e Fischiate talmente irritarono li seminaristi che poco mancò una volta che non si venisse alle mani, et alli sassi con pericolo evidente della Vita, tanto che una volta furono necessitati li seminaristi armarsi di Bastoni et altre armi per la Diffesa, et Offesa bisognando, il che non si doveva permetter che tant’altri si passasse ma si