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fervidamente occupati, speravano che quelle armi, che loro splendeano sugli occhi, non avrebbono mai recato in Roma i saccheggiamenti e i sacrilegi commessi altrove. Ed era sì viva cotal fiducia, che la sera precedente il giorno del nefando tradimento quel personaggio eminentissimo, che era nello spirituale Vicario del Pontefice, nel dare col Venerabile la benedizione al popolo raccoltosi a piangere e pregare innanzi alla miracolosa immagine di S.ta Maria in Portico detta di Campitelli, avvisò dall0'ltare il popolo stesso, che la grazia era già ottenuta, e che i repubblicani, deposto orni pensiero di Roma, ritirerebbonsi il giorno appresso verso quelle Provincie d'onde quà erano calati.

Noi ora siamo stati testimonj del rinnovamento di questo fatto. Correva il settimo anno dacch il morbo asiatico andava malmenando l'Europa in tutte le sue parti. Roma in sì lungo tratto di tempo avea sperimentato, anzi quasi toccato con mano, che la rigorosa osservanza di quelle leggi sanitarie che soglionsi controporre alla dilatazione de' contagi era stata efficacissima a preservarla. Quindi la comune speranza che la continuazione di cotesti provedimenti sarebbe stato lo scampo sicuro non pure al di là de'sett'anni, ma infin che il colera non osse al tutto spento in Europa e fuori. Reggendosi poi con la infallibile sapienza de' Cristiani, avevano i romani avuto ricorso al Cielo, e la più salda loro fiducia riposta nella gran Madre di Dio, da cui avevano otttenuta misericordia sì nell'estate del 1835, quando la pestilenza affliggeva Genova, e Livorso, e per la via di mare minacciava Roma, sì nell'estate del 1836, quando era scoppiata sopra Ancona, e Napoli e di nuovo minacciva questa città dalla parte di ma