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ammirare quanto bisogna, patire per amore di questo Dio humanato, ch'hà patito tanto per noi. Stavo in tal tempo ammirando fra l'altre cose il gran zelo che hà quell'Altezza Reale, verro quello Sacra reliquia, che ne anche voleva dar à nessuno licenza per toccarla nè con corone, nè con altro: ma quasi con lagrime à gli occhi andava mostrandomi con una verga in mano piaga per piaga e luogo per luogo dei segni in essa miracolossamente stampati della passione del mio amato Signore Christo Giesù. Vedendo poi li circostanti quanta dimostratione mi fece, mi diedero alcune corone per toccarla, però confome la convenieza a i comandi del Duca li dimandai licenza di far ciò che si è detto. Egli liberalissimamente e piacevolissimamente mi rispose che non solamente si contentava che io la toccassi, mà anche volle che io la baciassi nella propria piaga del costato, et in risguardo mio tutti i gesuiti ch'ivi erano presenti, cosa mai più, dicono, fatta à nessuno. Onde essendo quel Sacro Tesoro tenuto dai due vescovi per darmelo a baciare mi venne la gola spirituale che non mi sono tententato solamente di baciarlo, mà anche messi la faccia, occhi e quando vi è dentro quel sacro fonte delle gratie, dal quale ricevette un cieco nato, come sono io, il lume delli proprii occhi.