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ch'essendo vissuto per longo tempo nemico di Dio, e perseguitatore della sua Santa Fede, hora il mondo per permissione di Dio mi guarda con altri occhi totalmente contrarii a quello che merito, mà ritornavo in me stesso con dire: misericordias Domini in aeterno cantabo[1]. Non autem ego, sed gratia Dei mecum.

Dimorai in Torino nove giorni, e perche haveva saputo che da Genova era stata Nizza bandita per sospetto della peste in Francia, e Torino non faceva nessuna difficoltà nel trattar con quelli di Nizza dubitai per ciò che sapendo Genova questo, bandisse anche Torino. Laonde hò stimato bene, secondo il consiglio de gli altri, di slogar il viaggio per una giornata in circa, et andar sicuramente à Milano. Il che è risucito per gratia del Signore, secondo il nostro dissegno, et hora già mi trovo in Genova sano e salvo senz'haver havuto difficoltà alcuna, però credo che Dio benedetto permisse il mio andare così improviso à Milano per guadagnar ivi un'anima di una Turca convertita alla Santa Fede, e se havesi avanti potuto sapere questo non solamente sarei andato à Milano, ma anche all'ultimo fine del mondo, per guadargnar'un'anima al suo creatore Dio. Quivi in Milano m'arrivò una lettera del P. Rettore di Torino avvisandomi che subito partito di colà, arrivò un Signore dalla vanneria mandato dal Duca à darci il buon viaggio et insieme à spiegar il desiderio di Sua Altezza Regale di rivedermi, e trattar meco di nuovo, mà io prima di partire, essendo il Duca fuori, haveva aggiustato ogni cosa, secondo l'indirizzo del P. Rettore circa la licenza, che doveva prendere da quell'Altezza. Dò nuova anche à V. R. della propagatione di quella divotione della Madonna de'fiori che in questo viaggio la piantai nel Colleggio di Torino, nel Novitiato di Chieri, nel ritiramento di Milano, e nel Colleggio del medesimo. E per gratia del Signore e passata tanto avanti con sommo gusto di tutti, finche i Padri incominciano farla anche con i giovani in questo nostro Colleggio di Genova, si che viva la gran Madre di Dio, già è esaltata la sua divotione in tutti i luoghi notabili di questa provincia, dove và raccogliendo giornalmente la mia amata Signora così atti heroici di virtù offerti à lei con sommogusto. Circa por la conversione de'Turchi hieri, per gratia del Signore chiusi il numero di sttanta convertiti. Hora che hanno incominciato ritornar à Genova questi Signori spero che non mi mancarà molto, che fare con loro schiavi, per tanto supplico V. R. come anche tutti cotesti Padri, Fratelli e Novitii che m'aiutino con loro Santi Sacrificii et orationi, accio che il benigno Signore non abbandoni questa cieca et infelice gente per i miei peccati. Rendo gratie à V. R. del crocifisso che h¡a fatto capitar alle mani del P. Sauli, come anche dell'avviso de'fratelli che dovevano andare al Colleggio Romano della buona nuova del fratello Massimiliano, quale caramente saluto e di tutte l'altre cose che mi hà fatto. Il F. Detati, che venne per andar'alle Filippine si è fermato à studiare nel nostro Colleggio di Genova finchè haverà l'avviso da Spagna per il tempo dell'imbarco. Desidero che V. R. parli un poco con il P. Generale per farmi sapere quanto sarà quel felice giorno per me nel quale sarò inviato verso il mio amato Mogor, perche fin hora non hò voluto scrivere di tal cosa al detto padre per non darlo fastidio. Si trova in Roma un certo Padre francese, il quale si fermò in Torino per veder meco il Sacro Sudario, all'ahora mi disse che da Francia hanno d'andare molta gente al Regno del Mogor, e saranno con essi alcuni de'nostri. V. R. si informi del tutto prima di abbocarsi con il nostro P. Generale e mi faccia saper minutamente il tutto. Riverisco caramente il Nostro P. Generale, P. Domenico Ottolini, P. Costanzo, P. Ministro, con tutti i Padri e Fratelli di cotesta casa, e un saluto particolare al fratello Andrea suo Compagno, del quale non mi sono scordato, nè scorderò mai. Per fine di nuovo riverisco V. R.

  1. Salmo 88.