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Napoli,12 marzo 1611. Pietro Ferro-cuto � Bellarmin.

1044

/ 111^^ et Rev"� Sig^^ mio padrone in Chriato colend^^ Pax Christi. Non meno consolatione che magnanimit� � gran cose per la gloria di Nostro Signore ha la da Sua Sig^^ 111^^ tanto benignamente JTscrittami a tutto il collegio recato, del che colui che piena mente remunera li servitii fattigli et li travagli per lui sos tenuti, slargi la sua liberalissima mano sopra l'ardente carit� di Sua Sig^^ 111^^ et l'empia d'ogni benedittione et colmo di santit� quale lei desidera. Sig^ mio 111^^, io ho procurato d'eseguire a punto quanto per la di Sua Sig^^^ 111^^ mi venne im posto, et per ci� invio le particulari indulgenze, le quali si desiderano, perche quelle della congregatione de schiavi non so no al proposito per cotest'opera. Invio anco la fede del Sig^ avocato fiscale della vicaria, persona di molta autorit� et molto favorevole all'opra incominciata, per esser lui quello ohe tiene cura di quella gente. Procurer� anco di mandar la fede del Sig^ avocato de poveri, persona molto nota et d'autorit�, il qua le molte volte � venuto nella sudetta congregatione per vederla et per la gratia del Signore si � restato molto consolato, sapendo per il passato quello che in tal loco si commetteva. In quan to alla fede dell'erettione di detta congregatione sono andat'io all'Ill"^ Sig^ Card.Acquaviva arcivescovo,et Sua Sig^^ 111^^,con molta carit�, m'abbraccio consolandosi molto del frutto ch'insino adesso in quell'anime s'� fatto et con molto contento et affetto animandomi � seguitare l'incominciata impresa, mi voleva fare su bito la fede ch'io li chiesi; ma dopo si risolvette di voler lui m stesso scriverne di propria mano a V.S.111^^ quanto passava, et ringratiarla del fastidio preso nel agiuto delle sue pecorelle, et che quella servirebbe per fede et per ogni altra cosa; anzi ha fatto ch'io andasse a parlare al proprio secretario et che l'in formasse bene di tutto il fatto. Cred'io che har� scritto; del