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ciope portanto un Turco schiavo d'anni incirca 30 un regalo di pesce mandato dal suo Padrone ad un certo Padre del nostro colleggio, il portinaro lo hà fatto aspettare un tantino finche arrivò il suo avviso à me; et il benigno Signore, che voleva pescarlo si servì di me per tirarlo, mentre dopo breve paroel si risolvì di abbracciar da vero la fede christiana.<br>
 
ciope portanto un Turco schiavo d'anni incirca 30 un regalo di pesce mandato dal suo Padrone ad un certo Padre del nostro colleggio, il portinaro lo hà fatto aspettare un tantino finche arrivò il suo avviso à me; et il benigno Signore, che voleva pescarlo si servì di me per tirarlo, mentre dopo breve paroel si risolvì di abbracciar da vero la fede christiana.<br>
Mando à V. R. la copia di una lettera mandata dalla Serenissima Madama di Parma<ref>La lettera si può leggere in [[Page:BLMC 1664 08 05 1060 01-138.pdf/1|APUG 1060-I, 138r]].</ref>, alla quale scrissi dopo tanti avvisi del P. Rettore di Parma et altri per farlo.
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Mando à V. R. la copia di una lettera mandata dalla Serenissima Madama di Parma<ref>La lettera si può leggere in [[Page:BLMC 1664 08 05 1060 01-138.pdf/1|APUG 1060-I, f. 138r]].</ref>, alla quale scrissi dopo tanti avvisi del P. Rettore di Parma et altri per farlo. Questi giorni passati fù mandata una lettera dalla casa del Signore Duca di Tursi<ref>Il duca Carlo II Doria del Carretto (*1628 - †1665).</ref> scritta dal P. Nostro Generale accio che andassi à loro casa. Fui avvisato di ciò dalla Santa obbedienza, subito hò obedito alle voti delli miei superiori con l'andarvi. Mà il benigno Signore m'hà rimunerato nel giorno seguente, <span style="color:Red">conforme il mio desiderio, cioè hò ricevuto da molti schiavi insieme che stanno di vicino à noi facendo le cose, quanto Dio m'hà fatto havere d'ingiurie e qualche altra cosa di peggio per amore della conversione dell'altri</span>. Del tutto rendo infinite gratie al mio amato Signore, il quale si è degnato d'honorarmi con sì gran dispreggio per amore della sua Santa Fede. <span style="color:Red">Trovarà V. R. un'altra gratia scritta in altra carta fatta à me la qual carta mando dentro questa</span>. Finisco con far humilssima Riverenza al Padre nostro Generale, P. Ottolini, P. Ministro, P. Costanzo et alli Santi Sacrificii mi raccomando. Io non mi sono scordato di quella casa dove Dio benedetto m'hà favorito con molte gratie, nè anco mi sono scordato delli miei carissimi fratelli, tanto i retoricii, come novitii con i quali havevo conversato e ragionato più  volte di Dio. Saluto tutti caramente e desidero che si ricordino di me nelli loro Sante orationi. Stò sperando da V. R. la licenza per poter leggere quel libro che mi hà mandato come anco quella che manda de'scritti particolarmente quella spiegatio del Paradiso<ref>La visione del Paradiso si può trovare in [[Page:BLMM 1060 03.djvu/31|APUG 1060-III, ff. 16r-21v]]</ref>. Genova 28 d'Agosto 1664.<br>
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Di V. R.<br>
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ciope portanto un Turco schiavo d'anni incirca 30 un regalo di pesce mandato dal suo Padrone ad un certo Padre del nostro colleggio, il portinaro lo hà fatto aspettare un tantino finche arrivò il suo avviso à me; et il benigno Signore, che voleva pescarlo si servì di me per tirarlo, mentre dopo breve paroel si risolvì di abbracciar da vero la fede christiana.
Mando à V. R. la copia di una lettera mandata dalla Serenissima Madama di Parma[1], alla quale scrissi dopo tanti avvisi del P. Rettore di Parma et altri per farlo. Questi giorni passati fù mandata una lettera dalla casa del Signore Duca di Tursi[2] scritta dal P. Nostro Generale accio che andassi à loro casa. Fui avvisato di ciò dalla Santa obbedienza, subito hò obedito alle voti delli miei superiori con l'andarvi. Mà il benigno Signore m'hà rimunerato nel giorno seguente, conforme il mio desiderio, cioè hò ricevuto da molti schiavi insieme che stanno di vicino à noi facendo le cose, quanto Dio m'hà fatto havere d'ingiurie e qualche altra cosa di peggio per amore della conversione dell'altri. Del tutto rendo infinite gratie al mio amato Signore, il quale si è degnato d'honorarmi con sì gran dispreggio per amore della sua Santa Fede. Trovarà V. R. un'altra gratia scritta in altra carta fatta à me la qual carta mando dentro questa. Finisco con far humilssima Riverenza al Padre nostro Generale, P. Ottolini, P. Ministro, P. Costanzo et alli Santi Sacrificii mi raccomando. Io non mi sono scordato di quella casa dove Dio benedetto m'hà favorito con molte gratie, nè anco mi sono scordato delli miei carissimi fratelli, tanto i retoricii, come novitii con i quali havevo conversato e ragionato più volte di Dio. Saluto tutti caramente e desidero che si ricordino di me nelli loro Sante orationi. Stò sperando da V. R. la licenza per poter leggere quel libro che mi hà mandato come anco quella che manda de'scritti particolarmente quella spiegatio del Paradiso[3]. Genova 28 d'Agosto 1664.
Di V. R.
e saluto paricolarmente il Fratello Andre.

Humilissimo servo et indegnissimo Figlio in Xto
Baldassare Loyola Mandes

AL P. Domenico Brunacci

  1. La lettera si può leggere in APUG 1060-I, f. 138r.
  2. Il duca Carlo II Doria del Carretto (*1628 - †1665).
  3. La visione del Paradiso si può trovare in APUG 1060-III, ff. 16r-21v