Io hò ricevuto con sentimenti di stima la lettera di V. R. nella quale vedo la memoria ch'ella conserva per le mie istanze, e per il desiderio che rengo ch'ella mi mandi nuove frequenti di se stessa.
Veggio di essa poi il frutto ch'ella hà fatto e che spera tuttavia di fare ne Turchi; che si trovano in cotesta Città, volendo il Signor Iddio, ch'il lume, del quale V. R. abbonda, sia communicato à ganti[1], che per la loro miseria cecità ne sono prive. Questa primitie fanno sperare numerosa mense all'hora, che lei sarà aperta la strada ne campi immensi del gran Mogor dalla Divina bontà, dalla quale io le desidero e prego tutte quelle assitenze, che sono necessarie per diffondere le gratie divine e per seminare la Divina parola con provento non solo proprio, ma ancora di tanti poveri popoli, à quali la chiama la voce del Cielo, e l'invita il fervorissimo zelo.
Così poco V. R. si è fermata in queste parti, e così poche occasioni mi si sono presentate di mostrarla la consideratione grande nella quale hò il di lei merito, ch'io ne stò con particolare premura d'haverne delle proportionate da lei; la quale se farà isperienza della mia viva volontà, conoscerà dagli effetti li impresione, che hà prodotto nell'animo mio la sua persona, alle cui orationi la Duchessa mia nuora e la Principessa mia figlia ch'io veggio sempre più partiale della divotione di Santo Padre Ignatio, meco efficacemente si raccomandano. Di Parma 5 Agosto 1664.
Aff.ta di V. R.
Margherita Duchessa di Parma.
- ↑ [tanti]