User:ArchivesPUG/Sandbox

From GATE




Sandbox 418cefe1-c82d-40c7-804b-be194b115432 1800x1800.jpg
Pagina delle prove

  • Su questa pagina non devi temere di danneggiare il lavoro altrui: puoi modificarla a piacimento, non è nemmeno necessario scrivere frasi di senso compiuto...

  • Qui è possibile fare prove tecniche, sia preparare tranquillamente le prime bozze di nuove voci, nuovi template, nuove pagine di aiuto e nuovi progetti, prima di sottoporle alla comunità e spostarle alla loro collocazione definitiva, conservando la cronologia (oppure, se tali abbozzi venissero abbandonati, potresti chiedere di cancellare tali sandbox, in attesa di utilizzarle di nuovo, con cronologia pulita).






________________________________________________________________________________________________________________________________

Fondo Collegio Romano

Dis/Ordine

L'alternativa all'orden non è il disordine, ma un ordine diverso. Ordine e disordine, più che uno stato di cose, sono delle distinzioni con le quali un osservatore osserva l’archivio. Ogni ordine o disordine fa riferimento a una relazione tra un osservatore e un oggetto. Il catalogo è concepito come un veicolo potenziale di informazione.
Il catalogo è l'osservatore dell'insieme documentario. Abbiamo traccia dell'antiche osservazioni... camicie segnature cassetto quello che non è ordinato implica che è materiale di uso vedi catalogo biblioteca

La piattaforma GATE permette una dinamica ricorsiva. In un ambiente ricorsivo la stessa operazione può produrre diversi risultati.

Magistri


Storia dei Fondi

Il Collegio Romano

Già nel 1814 Pio VII aveva manifestato il proposito di restituire le case e chiese affidate alla Compagnia prima del 1773, in particolare il Collegio Romano. Il clero secolare aspirava a tenere per sè il Collegio avendolo retto dal 1773 al 1798 e, dopo la chiusura del Seminario Romano, durante la prima restaurazione dal 1814 al 1824.
Fonte? Tra i sostenitori del ritorno dei Gesuiti al Collegio Romano anche il Card. Patrizi, senatore di Roma, e il principe Altieri. Il 17 maggio 1824 con il breve Cum multa in urbe Leone XII restituì a 10 anni dalla restaurazione della Comapgnia il Collegio Romano ai gesuiti.
Il 1 ottobre 1824 il card. Pedicini presiedette la cerimonia della consegna, e alla metà del mese un avviso per le strade di Roma avvisava che i corsi sarebbero ripresi sotto la direzione dei Padri della Compagnia. Il 2 novembre, alla presenza dello stesso S. Padre, si inaugurarono i nuovi corsi.
Primo rettore del nuovo Collegio fu il p. Luigi Tapparelli che vi rimase per cinque anni.
Il 29 marzo 1848 i gesuiti furono allontanati e vi fu trasferito il Seminario romano. L'anno successivo l'edificio fu occupato e pesantemente devastato dai rivoluzionari i quali prima di lasciarlo, il 7 agosto 1849, al sopraggiungere dei francesi, incendiarono un'ala del collegio, danneggiando anche le stanze di San Luigi.[1]

Sulla via Ercolano è la cosiddetta Villa dei Gesuiti che, per la disposizione interna, è inseribile tra le ville-convento della regione laziale. E’ quasi certo che fu il cardinale Ludovico Ludovisi, nipote di Gregorio XV (1621-1623), a volerne la realizzazione. Divenne proprietà dei Gesuiti, quasi certamente tra il 1644 e il 1681, data dell’elezione e della morte del Generale della Compagnia, Gian Paolo Oliva, che effettuò la donazione. Ampliata dal padre Centurioni, la Villa nel 1773 venne incorporata dalla Camera Apostolica, che il 24 gennaio dell’anno successivo la vendé a Lorenzo Marzelli, pasticcere a Roma, che la diede in affitto all’antiquario inglese Tommaso Jenkins, che ne fece un centro per artisti. La Camera Apostolica ne ritornò in possesso nel 1802 per rivenderla nel 1803 a Giuseppe Giorgi, che la tenne per tredici anni. Passò a Carlo Torlonia nel 1943, dopo essere stata acquistata nel 1816 dal Duca Giovanni Torlonia per conto della famiglia Boncompagni. Alessandro Torlonia nel 1875 la concesse ai Gesuiti per la villeggiatura dei novizi del collegio di Roma.

http://www.specchioromano.it/fondamentali/Lespigolature/2007/LUGLIO/Le%20Ville%20e%20i%20parchi%20nobili%20coronano%20Castel%20Gandolfo.htm

The main part of the Collegium Romanum library was confiscated on October 20, 1873, and the new government set up the new national library 'Vittorio Emanuele II' in the same building. Kircher's museum was also confiscated, but many of his books and manuscripts had already been moved to the Collegium Romanum library. Some of the items from his museum are presently still preserved in the Museo Etnografico Pigorini in the EUR. Some parts of the original Collegium Romanum library, however, escaped confiscation in various ways. A personal friend of Fr. Beckx, Don Alessandro of Torlonia, helped the Jesuits by offering them the use of his palace in Castel Gandolfo (the Villa Torlonia), where they could continue the activities of the novitiate of S. Andrea (28). The university activities moved to the above-mentioned German college in Palazzo Borromeo, where it would be known as the Pontificia Università Gregoriana del Collegio Romano. P. Beckx moved to Fiesole, where the new Curia was established, including the modern (i.e. post-1824) section of the archives of the Society.


Several collections of Jesuit books and manuscripts were offered for transfer or for sale in the early years of the 20th century. For the collection including the Voynich MS, recent research by F. Potenza has finally brought some clarity into this mystery (52). A handwritten catalogue, with copies now preserved in the Historical Archives of the Gregorian University and in the archives of the Vatican library (53), refers to a sale of manuscripts to the Vatican, and it includes both the titles of the items in Ruysschaert's catalogue and the items that were acquired by Voynich. Correspondence between Jesuit, the prefect of the Vatican Library Franz Ehrle S.J. and Pope Pius X and his secretary demonstrate that these manuscripts were preserved in the Villa Torlonia in Castel Gandolfo, and the sale to the Vatican was was completed in July 1912. Voynich had already acquired his manuscripts a few weeks or months earlier. This sale was executed in complete secrecy, as clearly stated repeatedly in the related correspondence.
From a letter preserved in the Beinecke library (54) we know that in June 1911 a collection of Jesuit books was offered for sale to W. Voynich, by the Jesuit Pometta in Padova. The attachment listing the items has been lost, and we do not even know if the sale took place at all.

In 1912 there were also discussions about selling the Biblioteca Rossiana. There was interest in this library both from private collectors and from institutions. This sale was blocked in the end by the conditions of the donation contract. In 1922 the Biblioteca Rossiana was transferred from Austria to the Vatican. From Grafinger (1997) (see note 21) we know that even in 1922 the transfer of Jesuit material, of which the state was considering that it should be the rightful owner due to the earlier confiscations, was still a very sensitive topic. The collection of over 2000 Jesuit historical manuscripts (including the Kircher correspondence) was not offered for sale, and it was equally preserved in the Villa of the prince of Torlonia in Castel Gandolfo, until September 1919 (55). At that time the Jesuits moved out, and the books were returned to the German college in the palazzo Borromeo in Rome. The novitiate activities were temporarily moved to the Villa Vecchia in Monte Porzio Catone (56), at the foot of Villa Mondragone.

Il Fondo APUG consiste di più di 2000 manoscritti gesuiti (la prima collezione menzionata, con l'etichetta 'ex libris' di P. Beckx). Questi includono, tra gli altri materiali dei corsi del Collegio Romano, la già menzionata corrispondenza di Kircher, alcuni manoscritti autografi di Kircher e altri autografi di molti importanti Gesuiti.
Il Fondo Curia è parte del suddetto Ripostiglio che era stato spostato nella soffitta. Fu riconsegnato ai gesuiti nel 1948

The Fondo APUG consists of the well over 2000 Jesuit manuscripts (the first collection mentioned above, with the typescript ex libris of P. Beckx). These include among others course material of the Collegium Romanum, the already mentioned correspondence of Kircher, other autograph manuscripts of Kircher, and autographs of many important Jesuits. The Fondo Curia is that part of the above-mentioned Ripostiglio that was moved to the attic (the soffitta). It was returned to the Jesuits in 1948 (57).

La maggior parte della biblioteca del Collegio Romano fu confiscata il 20 ottobre 1873 e il nuovo governo stabilì la nuova biblioteca nazionale 'Vittorio Emanuele II' nello stesso edificio. [Già dal 1870 però, gli eventi storici e la sensazione che il nuovo Stato italiano si sarebbe presto mosso indussero l’allora bibliotecario del Collegio, P. Francesco Saverio Patrizi, a mettere in atto un’azione preventiva. Sfruttando l’influenza del fratello, il Card. Costantino Patrizi, chiese l’autorizzazione papale per spostare (in gran segreto) il patrimonio della biblioteca in un luogo sicuro. La sua richiesta venne accolta e parte del materiale conservato nella Biblioteca fu trasferito in diverse sedi: tra quelle note possiamo annoverare la Villa del Principe Torlonia a Castel Gandolfo e la Villa Mondragone a Frascati. La segretezza con cui queste movimentazioni furono condotte lascia poca chiarezza su cosa venne effettivamente estratto dalla biblioteca del Collegio. Sappiamo però che una parte dei mss. e degli stampati portati a Villa Torlonia venne acquisita dalla BAV (circa 370 mss, alcune edizioni aldine e volumi a stampa) mentre un’altra parte rimase a Castel Gandolfo fino al 1919, quando P. Tacchi Venturi intervenne per riportare questo materiale all’Università Gregoriana, che in quel momento trovava luogo al Collegio Germanico, Palazzo Borromeo: quest’ultima parte di mss. e stampati è quella che andrà a costituire il fondo principale dell’APUG]. Anche il Museo Kircheriano fu confiscato, ma molti dei libri e dei manoscritti che ne facevano parte erano già stati trasferiti alla biblioteca del Collegio Romano. Alcuni dei manufatti del suo museo sono attualmente conservati al Museo Etnografico Pigorini, all'EUR. Alcune parti della biblioteca originale del Collegio Romano, comunque, sono riuscite a sfuggire alla confisca in diversi modi.
Don Alessandro di Torlonia, amico personale di P. Beckx, aiutò i Gesuiti mettendo a loro disposizione il suo palazzo a Castel Gandolfo (Villa Torlonia), dove essi poterono continuare le attività del noviziato di S. Andrea. Le attività universitarie si spostarono al già menzionato Collegio Germanico, nel Palazzo Gabrielli-Borromeo, e venne adottato il nome di Pontificia Università Gregoriana del Collegio Romano. P. Beckx si trasferì a Fiesole, dove fu stabilita la nuova Curia, inclusa la sezione moderna (ossia post 1824) dell'Archivio della Società.

Molte delle collezioni librarie e manoscritte dei Gesuiti furono cedute o vendute nei primi anni del 20° secolo. Per quanto riguarda le collezioni che includevano il ms. Voynich, un ricerca recente di F. Potenza ha finalmente chiarito questo mistero. Un catalogo manoscritto, le cui copie sono oggi conservate in APUG e negli archivi della BAV, fa riferimento ad una vendita di manoscritti al Vaticano che include sia i titoli del catalogo redatto da Ruysschaert, sia i manufatti acquisiti da Voynich. Una corrispondenza fra i Gesuiti, il prefetto della BAV Franz Ehrle S.J., Papa Pio X e il suo segretario dimostra che questi manoscritti erano conservati a Villa Torlonia di Castel Gandolfo, e che la vendita al Vaticano venne conclusa nel luglio 1912. Voynich aveva già acquistato i suoi manoscritti poche settimane o mesi prima. La transazione fu portata avanti in totale segretezza, come più volte affermato nella relativa corrispondenza.
Da una lettera conservata alla Beinecke Library, sappiamo che nel giugno 1911 una collezione di libri dei gesuiti fu offerta in vendita da P. Pometta S.J. a W. Voynich, a Padova. L'allegato che elencava la consistenza dei manufatti in vendita è andata perduta e non possiamo sapere se la vendita è stata effettivamente conclusa

Nel 1912 si discuteva anche sulla possibilità di vendere la Biblioteca Rossiana. Sia collezionisti privati che alcune istituzioni avevano mostrato interesse verso questa collezione, ma le clausole del documento di donazione ne impedirono la vendita [. Infatti, l’erede dell’enorme collezione libraria di Giovanni Francesco de Rossi, la duchessa di Sassonia Louise Charlotte di Borbone donò l’intera collezione ai Gesuiti di Roma nel 1855 con la condizione che, nel caso in cui l’ordine dei Gesuiti avesse cessato di esistere, la collezione sarebbe entrata sotto la custodia diretta dell’Imperatore d’Austria. Per questo motivo, la Biblioteca Rossiana venne inizialmente inviata all’ambasciata austriaca del Vaticano per poi, pochi anni dopo, essere spedita in Austria]. Nel 1922 la Biblioteca Rossiana fu trasferita dall'Austria al Vaticano. Da Grafinger (1997) sappiamo che già dal 1922 la movimentazione di materiale dei Gesuiti costituiva un argomento molto sensibile, dato che lo Stato, viste le precedenti confische, se ne considerava il legittimo proprietario.
La collezione consistente in più di 2000 ms storici dei Gesuiti (comprendente la corrispondenza di Kircher) non fu messa in vendita, e venne anch'essa conservata nella Villa del Principe di Torlonia a Castel Gandolfo fino al settembre del 1919; in questo periodo i Gesuiti lasciarono la Villa e i libri furono restituiti al Collegio Germanico nel Palazzo Borromeo di Roma. Le attività del noviziato furono temporaneamente spostate a Villa Vecchia, a Monte Porzio Catone, ai piedi di Villa Mondragone.

Il Fondo APUG consiste di più di 2000 manoscritti gesuiti (la prima collezione menzionata, con l'etichetta 'ex libris' di P. Beckx). Questi includono, tra gli altri materiali dei corsi del Collegio Romano, la già menzionata corrispondenza di Kircher, alcuni manoscritti autografi di Kircher e altri autografi di molti importanti Gesuiti.
Il Fondo Curia è parte del suddetto Ripostiglio che era stato spostato nella soffitta. [La storia di questo ripostiglio non è affatto chiara. Nel 1877, passati quattro anni dalla confisca del Collegio Romano da parte dello Stato italiano, Bartolomeo Podestà, bibliotecario attivo nella nuova Biblioteca Nazionale di Roma, scrive un rapporto al Ministro della Pubblica Istruzione con il catalogo dei manufatti trovati in un 'nascondiglio' dalla Giunta liquidatrice poco tempo prima. Interrogato da Podestà rispetto alla natura di questo luogo, l'ultimo rettore del Collegio, P. Cardella, dice di avere notizia di un 'certo ripostiglio' in cui gli antichi padri avevano nascosto del materiale prezioso sin dalla prima soppressione. L'informazione però, risulta vaga e poco verosimile e viene smentita da alcune osservazioni dello stesso Podestà. Fu riconsegnato ai gesuiti nel 1948

https://www.info.roma.it/monumenti_dettaglio.asp?ID_schede=6161 Inserire gli altri rettori: P. Manera dal 1846 al 1847
P. Perrone dal 1853 al 1856
P. Pasquale Cambi dal 1856 al 1860 (anni del caso Passaglia)
P. Pietro Ragazzini dal 1867 al 1872
.

Il 3 marzo 1850 il Seminario romano fu trasferito, si poterono quindi riprendere le attività accademiche e si poté provvedere ai restauri.
Dopo vent'anni, con l'occupazione delle truppe sabaude di Roma, il 20 settembre 1870, il collegio fu adibito a caserma dei bersaglieri e i locali e le aule vennero adibite a scuole tecniche e a ginnasio liceo. Il 6 novembre venne ordinata la chiusura del Collegio Romano.
Rimase aperta solo una scuola di filosofia e teologia per i chierici romani. Il 17 gennaio 1873.

Il 20 ottobre 1873 il Collegio Romano fu privato della sua sede e trasferito presso il Collegio Germanico al Palazzo Gabrielli-Borromeo (via del Seminario 120) dove rimase fino al 1930, anno in cui venne inaugurata la nuova sede. Questo edificio tempestivamente era stato messo come proprietà di un Padre Irlandese per evitare che fosse incamerato come per l’edificio del Collegio Romano. Pio IX con rescritto del 4 dicembre 1873 concesse che il Collegio Romano si chiamasse “Pontificia Università Gregoriana” Link al documento?. Come si attesta in alcuni documenti presenti in archivio la carta intestata reca la dicitura:"Pontificia Università Gregoriana del Collegio Romano". Questa denominazione si manterrà in uso al meno fino a 1929. Nella denuncia nel 1877 di Bartolomeo Podestà, possibile in conseguenza della legge di soppressione delle Corporazioni religiose di Roma, apprendiamo del ritrovamento di questo ripostiglio (cui si accedeva da una botola murata: quindi presumibilmente lo stesso da un secolo! ) dove erano conservate parti di fondi che oggi fanno parte, nuovamente, dell'Archivio della PUG.

L'Archivio della PUG

L'Archivio storico della PUG conserva alcuni documenti sulla storia del Collegio Romano dalla fondazione ad oggi. Relativamente al periodo Ottocentesco, dal 1824 (restituzione del Collegio alla Compagnia di Gesù) al 1873 (soppressione degli Ordini religiosi), oltre ai documenti disseminati nel Fondo APUG[2] è presente un corpus documentario denominato Fondo Collegio Romano.
Si tratta di una trentina di faldoni contenenti materiale relativo a Collegio Romano, all'Università Gregoriana e al Collegio di Mondragone che vennero inviati nel 1984 dall'archivista della Provincia Romana[3] dal 1983 al 1994 Vincenzo Pellicciotta SJ all'archivista della Pontificia Università Gregoriana Padre Vincenzo Monachino, trattenendo solo una minoranza di documenti afferenti alla Provincia (cfr. lettere di Pellicciotta
Tale fondo si configura più come un insieme di documenti, per la maggior parte carte sciolte, eterogenei per tipologia e datazione che sono stati accorpati e descritti in 130 SCHEDE CARTACEE realizzando un inventario dove sono rimaste inalterate le precedenti segnature così suddivise:

- Segnatura 532 divisa in 23 sottocartelle
- Segnatura A-5 divisa in 10 sottocartelle (da III a XII)
- Segnatura A-6 divisa in 5 sottocartelle (da VI a X)
- Segnatura A-7 divisa in 9 sottocartelle
- Segnatura A-8 divisa in 4 sottocartelle
- Segnatura A-9 divisa in 5 sottocartelle (da III a VII)
- Segnatura A-10 divisa in 9 sottocartelle
- Segnatura A-11 divisa in 5 sottocartelle
- Segnatura A-12 divisa in 20 sottocartelle
- Segnatura A-13 divisa in 8 sottocartelle
- Segnatura FZ*
- Segnatura L (123-124)
- Segnatura M (32, da 79 a 91, 95, da 97 a 100, 118)
- Segnatura N (31, 56, 162)


Accesso alla cartella riservato agli utenti autorizzati.


Nel 2024, in occasione del bicentenario della restituzione del Collegio alla Compagnia di Gesù, la Fondazione La Gregoriana ha finanziato un progetto di revisione e catalogazione di questo Fondo nel catalogo nazionale Manus Online realizzando descrizioni estese fruibili a questo link.

Indici dei nomi e dei concetti chiave

  1. Indice dei nomi

  2. Concetti chiave

Serie archivistiche

Con "serie archivistica" si intende una parte componente di un fondo che raccoglie un insieme di unità archivistiche aggregate secondo un determinato criterio o nella fase di formazione dell’archivio o nel corso di operazioni di ordinamento successivo. Una serie archivistica può aggregare documentazione omogenea dal punto di vista formale ma eterogenea sotto il profilo del contenuto giuridico e amministrativo. Viceversa, può raccogliere documentazione eterogenea sotto il profilo formale ma conservata insieme perché risultato di un medesimo processo di sedimentazione, o di una medesima attività, o perché relativa alla stessa materia.[4]

Stato di conservazione dei documenti

Carte e fascicoli sciolti databili tra il 1822 e il 1860 (F.C. 1681)
I materiali del fondo si presentano principalmente nella forma di fascicoli o carte sciolte, talvolta con cuciture precarie, conservati in camicie[5] di carta o cartone dove talvolta si trova traccia di antiche collocazioni come il caso di "cassetto" rinvenuto su camicie o singoli documenti.

I registri e i diari hanno invece forma libraria con legature in cartone o in quarto di pergamena e riportano normalmente l'indicazione delle antiche collocazioni.
I danni principali riguardano le carte che presentano strappi e lacune, oltre agli inchiostri acidi che hanno provocato l'imbrunimento della carta.

Note

  1. G. Martina, Storia della Compagnia di Gesù in Italia
  2. a titolo di esempio si veda la descrizione del Faldone APUG 135B dove si trovano materiali cinquecenteschi relativi alla fondazione del Collegio Romano e i primissimi atti accademici datati 1575-1582
  3. la Provincia Romana dal 1831 al 1978 diverrà Provincia d'Italia fino al 2017 e successivamente Provincia Euro-Mediterranea
  4. Archivio di Stato di Torino, Glossario di archivistica
  5. Foglio di carta o di cartoncino, contenente documenti archivistici. Normalmente le camicie condizionano i fascicoli e gli eventuali sottofascicoli; sulle camicie possono essere indicati l’oggetto, la cronologia, la classificazione o la segnatura della unità archivistica (v.) e più raramente l’elenco degli atti contenuti.


_________________________________________________________________________________________________________________________________

Fondo D'Elia