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venisse, quod si tamen eorum casses aliquando fefellisset, concitatissimo cursu ad cymbas adproperasse, quas sic dentibus contrivit, donec inutiles Nautis reddiderit, et in fragmenta inutilia disruperit. Bestia est, quae in altitudine ad quinque cubitos excrescit: pedes, aures, cauda, et vox cum Equis omnino conveniunt, solùm quod ungulae pedum, in modum Taurorum bifidae sint: nares habet patulos, labia repanda, rictum magnum et vastum, in quo utrinque tres magnos, sed obtusos, et prominentes dentes habet. Carnes humanas amare, Aristoteles testatur, qui de Mirabilibus Indiae scribens, verba Alexandri ad se scribentis refert. Ducentos milites de Macedonibus levibus armis misisse, per amnem nataturos; itaque quartam fluminis partem nataverunt; cum horrenda visu res nobis conspecta est, Hippopotami inter profundos aquarum ruerunt gurgites, raptosque milites nobis flentibus absumpserunt. Haec sunt ad verbum, quae Alexander Aristoteli scripsit. Haec bestia ad flumen Nili reperiri solet. Asservat Musaeum hujus belluae fragmentum ex dentibus dissectum tantae duritiei, ut cuivis silici aequiparari possit; non minus enim percussus, aut affrictus chalybe, quam quivis alius silex favillas dat. Sunt qui veneno obstare, et haemorrhoides sanare asserant. Habet et Musaeum caudam hujus Equi marini.
Simiae sceletum quod Anatomico studio, et opera secundum suum situm naturalem compactum, et colligata ossa ossibus; ubi non solùm ossium compages, verùm etiam nervorum corda, et articulorum omnes compactiones, et ordines accuratissime videntur humano sceleto simillima.
Vulpes marina à nostratibus Europaeis differt solo colore, et cauda; color quippe medius inter cincericium et atrum, cum ex his permixtus sit, cauda verò à nostratibus differt, eo quod non solum colore reliquo corpori par sit, sed etiam pili hispidiores et breviores sint. Harum Vulpium exuviae reperiuntur hic tres, quae colore omnes conveniunt, sed quantitate molis secundum diversitatem aetatis discrepant.
Lynx Mexicana, animal est Vulpi non absimile, sola quantitate corporis minor, ingenii verò agilitate, astutia, et procacitate maior; ei enim agilitas corporis tanta est in motibus, ut visus humani videatur deludere velocitatem. Visitur hic unum exuvium nostris Felibus paulo minus, caeteroqui tota corporis proportione par, colore autem dispari, videlicet atro-cineritium.
Aliud hic occurrit rarum sane Animal quadrupes, ungulis acutissimis instructum, ita ut duritiei earum ope non solum montes, et scopulosos tractus, verum etiam arbores scandat. Color ejus candidus, et nigerrimis maculis permixtus, capillos habet hispidos in modum Caprarum, caudam brevem, eâ à natura astutiâ dotatum, ut cum aliud à persequentibus Venatoribus effugium salusque non supersit, tam tetrum et abominabilem expultrice vi foetorem emittat, ut Venatores

ma se per caso sfuggiva alle loro reti e si avvicinava di galoppo alle vacche, le sventrava con le zanne così da ridurle in pezzi inservibili e renderle inutili ai marinai. È un animale che raggiunge cinque cubiti di altezza; zampe orecchie e coda, e anche verso, sono come quelli dei cavalli, solo le unghie degli zoccoli sono bifide come quelle dei tori; ha larghe narici, labbra ritorte all’insù, ampia bocca spalancata, tre grandi denti da entrambi i lati, ma smussati e prominenti. Aristotele attesta che è ghiotto di carne umana: scrivendo a proposito delle meraviglie dell’India, riporta le parole testuali della lettera di Alessandro: Aveva mandato 200 uomini, scelti tra i Macedoni, armati alla leggera, ad attraversare un fiume a nuoto; ebbene, riuscirono ad attraversare un quarto del fiume, quando apparve loro un’orrenda visione: tra i gorghi profondi dell’acqua balzarono loro addosso gli ippopotami, e rapiti i soldati, li fecero a pezzi, mentre i presenti assistevano piangendo. Queste sono parola per parola le cose che Alessandro scrisse ad Aristotele. Di solito quest’animale si trova lungo il fiume Nilo. Il Museo conserva un frammento delle zanne fatto a pezzi, di tanta durezza, che si può paragonare ad una selce; così pure colpito o sfregato con acciaio, fa scintille, proprio come una selce. C’è chi assicura che contrasta l’effetto del veleno e guarisce le emorroidi. Il Museo conserva anche una coda di questo cavallo marino.
Uno scheletro di scimmia che, con attenta ricostruzione anatomica, è stato compaginato secondo la sua struttura naturale, collegando le ossa con le ossa: non solo la compagine delle ossa, ma anche tendini, ed articolazioni si riconoscono assai simili a quelle dello scheletro umano.
La volpe marina differisce dalle nostre, europee, solo per il colore della coda; infatti il colore è intermedio fra il bigio e il bruno, perché ne è mescolato; la coda invece differisce da quella delle nostre volpi non soltanto perché ha lo stesso colore del resto del corpo, ma anche perché i peli sono più ispidi e più brevi. Dquesta volpe si trovano qui tre esemplari, tutte simili per colore ma diverse per la dimensione a causa dell’età.
La lince messicana è un animale non dissimile dalla volpe, minore solo per dimensioni ma superiore per agilità di ingegno, astuzia e audacia; ha tanta agilità di movimento che sembra prendersi gioco della rapidità della vista umana. Si può qui ammirare un solo esemplare, poco più piccolo dei nostri gatti, del resto simile in ogni altra parte ma di diverso colore: bruno-bigiognolo.
A questo punto si incontra un altro quadrupede raro, dotato di unghioli assai affilati, tanto che grazie alla loro robustezza è in grado non solo di arrampicarsi sui monti e sulle erte rocciose, ma anche sugli alberi. Il suo colore è candido e misto di macchie nerissime, ha peli ispidi come le capre, coda breve, ed è dotato da natura di astuzia tale che quando non rimane altra via di fuga dai cacciatori che l’inseguono, emana con violenza un fetore così orribile e nauseante