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nescius, eccè ferocissima Tigris, et ipsa ad eum devorandum avida, quid ageret miser inter Crocodilum et Tigridem medius, quid in tam ancipiti arena caperet consilii nescius, certissimum utrimque fatum infelicem exitum spondebant, à flumine hitante rictu Crocodilus, à terra Tigris famelica exitium praesentissimum minitabantur, cum itaque nullus effugii locus, ad Coelitum invocationem conversus, opem implorat, vota emittit, nec incassum: exaudivit coelum suspiria; siquidem Tigris concitato impetu quasi jamjam in frusta decerptura hominem insilit, ille dum inclinato corpore impetum effugit , ecce (mirum dictu) Tigris recta in fauces illabitur Crocodili, qui tam fortiter illam tenuit, donec eam exanimaret. Lusitanus verò tanquam tertius inter duos gaudens, gemina fata feliciter evasit. Ita Itinerarium R.P.F. Joannis a Jesu Maria Carmelitani.
Recensuit Princeps Anhaltinus RP. Athanasio superioribus annis, ex relatione cujusdam, qui Tragico casui interfuisse eidem Principi asseruit, succedentem casum prorsus fatalem, et exoticum: In Archipelagi insulis Philippinis sub 7. grad. latitudinis ultra Aequatorem est insula Java, in qua Regulus insulae in urbe, dicta Batavia residet; Gubernatio Insulae à quodam Hollando pendebat, cujus gubernatoris merita Regulum eò devicerant, ut sibi filiam ejus desponsandam statueret; dumque jam condictus esset Hymenaeo dies, laetissima futurae solemnitatis exordia praeparantur, festivitati adaptantur omnia; sponsa verò animi relaxandi gratiâ comitantibus Virginibus proximum extra urbis pomeria, arundinetum, solitaria deflexerat; dum autem solito longiùs moraretur, ejus comites Virgines moram pertaesae, ad eam inquirendam emittunt; abeunt, sponsam quaerunt, inclamant, investigant, sed nuspiam apparet; in quaerendo totus perditur dies, nec ubi locorum, aut quid de ea actum, aut quis eam abstulerit error, nemo erat, qui indicaret, aut referret. Subintrant arundinetum, cum igitur jam communis suspicio increvisset, sponsam factam esse alicujus bestiae praedam, cum quoque recentissima Crocodili vestigia apparerent, aucta suspicio, et vix tantillum intra arundinera ferae vestigia prosecuti, ecce patente faucium hiatu bestia in obvios incurrit; summum vitae discrimen adierant, nisi praecipitato insequentem cursu antevertissent. Ad Regulum ac Gubernatorem itaque reversi, rem ordine, et quod inierant discrimen, metu penè exanimes exponunt. Cogitur proinde consilium, petuntur vota, quid in negotio faciendum, omnesque in unum consulunt, tam exitiale malum, aut vi, aut dolo circumveniendum esse. Aptatur itaque extemporalis fabrica, fallaci pavimento instructa fovea, quam ubi bestia quaedam subolens praedam introgressa fuerit, unà cum pavimento

emergendo dal fiume con la bocca spalancata si avvicinava lentamente; non sapeva dove fuggire, ma ecco una tigre ferocissima, anch’essa ansiosa di divorarlo: il poveretto non sapeva che fare, tra il coccodrillo e la tigre, non sapeva qual consiglio prendere in una situazione così difficile, che dall’una e dall’altra parte gli prometteva morte certa: dal fiume il coccodrillo a fauci spalancate, da terra la tigre affamata minacciavano sicura rovina; mentre non c’era più scampo, rivolto al cielo implorò aiuto, fece voti e non invano: il cielo esaudì i suoi sospiri, perché la tigre, preso lo slancio per sbranare l’uomo, balzò: egli, chinatosi, sfuggì all’assalto, ed ecco, mirabile a dirsi, la tigre piombò direttamente nelle fauci del coccodrillo, che l’afferrò così fortemente da ucciderla. Il Portoghese, godendo come terzo fra i due, evitò così fortunosamente entrambe le morti. Così dice l’Itinerario del R.P.F. Giovanni di Gesù Maria Carmelitano.
Il Principe di Anhalt narrò al R.P. Attanasio alcuni anni fa, sulla base della relazione di un tale, che garantiva al Principe di aver assistito personalmente al tragico caso, il fatto seguente, davvero drammatico ed esotico. Nell’arcipelago delle Isole Filippine, sette gradi a sud dell’Equatore, c’è l’isola Java, in cui risiede un principe locale, in una città dell’isola chiamata Batavia; il governo dell’isola dipendeva da un Olandese, i meriti del quale avevano obbligato il principe a un punto tale che aveva deciso di sposare la figlia di lui; era già stato stabilito il giorno delle nozze, si facevano i preparativi lietissimi della vicina celebrazione, si predisponeva tutto per la festa; ma la sposa per rilassarsi, accompagnata da altre ragazze, si era ritirata tutta sola in un vicino canneto, fuori della città; poiché però si attardava più del solito, le sue compagne, preoccupate dell’indugio, mandavano a cercarla; vanno, cercano la sposina, la chiamano, esplorano il luogo: non si vede nessuno; il giorno intero se ne va nella ricerca e non c’è nessuno che possa spiegare o riferire dove o che cosa fosse capitato o quale fatale errore l’avesse rapita. Entrano nel canneto, e già aumenta la preoccupazione di tutti che la sposa sia rimasta vittima di qualche belva feroce, quand’ecco che appaiono orme freschissime di coccodrillo; la preoccupazione si accresce. Si sono appena addentrati nel canneto dietro le orme della belva, quand’ecco che si fa loro incontro l’animale a bocca spalancata: avrebbero corso pericolo di vita se, fuggendo a precipizio, non si fossero lasciati indietro l’inseguitore. Tornati dal principe e dal governatore, quasi senza fiato per lo sgomento, descrivono il fatto per filo e per segno, e spiegano quale pericolo abbiano corso. Si tiene dunque consiglio, si chiedono pareri su cosa si debba fare in tale emergenza, e si perviene ad una decisione comune: eliminare o con la forza o con l’inganno un tale flagello. Si prepara quindi una trappola improvvisata; si predispone una fossa con copertura cedevole tale che, quando vi fosse entrato un animale sulle tracce di una preda, vi precipitasse insieme al pavimento: