aquam è Iordane Romam asportatam, et hermeticè clausam, cujus aqua iam à sexaginta annis prorsus immutabilem statum retinet et in hodiernum diem usque, incorruptibilem; siquidem, uti dixi, canalis hermeticè sigillatus est, ne ullus aëri locus daretur. Intendebat itaque Clavius probare num aqua ista perpetuo duratura esset atque incorrupta; veritatem eventus docuit, dum eadem in hodiernum usque diem prorsus illibata permanet, ab omni phlegmatis, aut faecis contaminatione indemnis, ab omni prorsus sedimento immununis. Discas hinc, omnis putrefactionis, et corruptionis inclementiam et iniuriam aëris causam esse. Secundò, rursus hic cernis Tantali poculum; Scyphus est, supernè in hemicyclum arcuatus, totoque ore patulus, intra cuius latentes anfractus purpureus vini Falerni latex, captivus haeret, adeo ut credas scyphum ad summa labra repletum, qui tamen inversus ne guttulam dimittat. Tertiò reperis hic sphaeras vitreas marmore solidiores, quarum interna viscera diversi coloris tractibus vaga, aliae intus acervulo aurearum bullularum Schema gestant; aliae insuper liquore intus tumulato spectabiles. Quartò Cylinder Crystallinus, in qua experimento hydrotechnico in aqua eodem Cylindro contenta varia jocantis naturae spectacula exhibentur. Est hic cylindricum Vas crystallinum ad unum palmum cum dimidio longum, ad duas uncias in diametro latum ab inferiori basi ad collum excurrens; ad colum verò tantùm restrigintur, quantum latitudo pollicis humani, aut indicalis digiti requirit, deinde ex vitro, seu smalto variae hominum, aut animalium figurae; seu globuli fieri curantur intus cavae, diversosque levitatis gradus obtinentes, quorum pedes tenui foraminulo patuli sunt. Hae figurae dicta arte ritè confectae tubo aqua repleto immittuntur; tum orificio tubi pollice, aut digito immisso prematur aqua et derepente totum imaginum agmen tanquam fulmine disjectum, ad fundum, quaedam celerius, quaedam tardius, pro ponderis singularum proportionali differentia labuntur; unde graviores velocius, leviores tardius, hae senilem impotentiam, illae vero juvenilem vivacitatem et promptitudinem imitando, durante aequali pressionis intensione descendent, si vero pressio remittatur, denuo reascendunt, velocitate corporis moli correspondente, adeo ut leviores velocius, graviores verò segnius ascendant: possunt et slatuae dictae quolibet vitri loco ad libitum firmari. Colligat hinc sapiens, quàm facili negotio historicae expressiones, aut mysteriorum repraesentationes in simili vitrea scena repraesentari possint, cum non exigua spectantium pari voluptate hac admiratione.
Est et hic poculum stanneum hujus proprietatis, ut aquam non nisi ad summum repletum, per canalem pedi vasis infertum, sine ulla vasis inversione, totam exhauriat. Mirum visu, dum nemo canalem per quem vas depleatur, videt.
Est et phiala aqua vitriolata naturali plena, ex Hungaria ad Authorem transmissa, in qua ferramenta quaelibet imposita, intra triduum in aes purum convertuntur de quo vide Mundum Subterraneum Authoris, quo tamen essentialem transmutationem ferri in aes negat.
trasportata a Roma dal Giordano ed ermeticamente chiusa; quest’acqua mantiene la sua purezza inalterata da ormai sessant’anni ed è fino ad oggi incorrotta, poiché come ho detto il condotto è ermeticamente chiuso, per non dare spazio alcuno all’aria. Con ciò Clavio intendeva sperimentare se quest’acqua si mantenesse incorruttibile per sempre: i fatti lo provano, giacché fino ad oggi essa risulta incontaminata, indenne da ogni contatto con vapori o impurità, immune inoltre da ogni sedimento. Se ne può trarre l’insegnamento che di ogni forma di corruzione e putrefazione è causa l’inclemenza e la contaminazione dell’aria. Puoi vedere in seguito il bicchiere di Tantalo: si tratta di un bicchiere aperto nella parte superiore, ampio nell’imboccatura, nei cui nascosti anfratti però rimane incapsulato il purpureo liquore del vino Falerno, in modo tale che si potrebbe credere che il bicchiere sia colmo fino all’orlo, ma se lo capovolgi non versa neppure una goccia. Al terzo posto trovi sfere di vetro più compatte del marmo, le cui parti interne sono screziate di vari colori; alcune recano all’interno in un piccolo grappolo l’immagine di bollicine d’oro, altre poi sono interessanti per il liquido visibile contenuto all’interno. Viene come quarto un cilindro di cristallo, in cui si vedono, grazie ad un esperimento idrotecnico, nell’acqua contenuta nel medesimo cilindro, vari giochi naturali. Questo vaso cilindrico di cristallo, lungo fino ad un palmo e mezzo, largo fino a due pollici di diametro, si allunga dalla base fino al collo, poi si restringe fino a raggiungere l’ampiezza di un pollice umano o di un indice; dentro si formano figurine di uomini o di animali di vetro o di smalto, o anche palline, internamente cave, e che hanno diversi gradi di leggerezza, forate alla base da un bucherellino. Queste figure fatte appositamente così come è stato detto, vengono introdotte in un tubo pieno d’acqua; se si tappa l’apertura del tubo col pollice o con un dito, subito tutta la folla delle figurine, come colpita da un fulmine, scivola giù sul fondo, alcune più velocemente, altre più lentamente, a seconda del peso, ma così che le più pesanti sono più veloci, le più leggere più lente, queste imitando la debolezza senile, quelle la vivacità e l’agilità giovanile; se dura un’uguale intensità di pressione scendono, se invece la pressione si allenta, di nuovo risalgono, con velocità corrispondente al peso, così che le più leggere risalgono più veloci, le più pesanti più lente: le immagini suddette possono essere fermate in qualunque punto del vetro a piacere. Chi è saggio ne deduca quanto facilmente possano essere raffigurate in un simile scenario di vetro, con non modesto piacere e stupore degli spettatori, immagini storiche o rappresentazioni di misteri.
C’è poi un vaso di stagno che ha questa proprietà: riempito fino all’orlo d’acqua, attraverso un canale inserito alla base, la versa tutta senza che lo si debba capovolgere, straordinario a vedersi, perché nessuno riesce a vedere il canale attraverso il quale il vaso si svuota.
C’è poi una coppa piena di vetriolo, fatta pervenire all’Autore dall’Ungheria: oggetti di ferro di ogni genere, immersi in essa, nello spazio di tre giorni si convertono in bronzo puro, vedi in proposito Il mondo sotterraneo dell’Autore, in cui però egli nega una trasformazione dell’essenza del ferro nel bronzo.