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sapientissimi mentem admireris, qui totius coeli et terrae, tum materialem tum intellectualem Iconem Musaei fornicibus ac tholo, qui usque in longum extenditur, lateque in hemicyclum curvatur, docto penicillo exprimi voluit, quin et materialem ubi totum laquear extensum est, in quinque ovata spacia dividi jussit, quorum primis quatuor elementorum figuras effigiari, in quinto autem coelestium sphaerarum congeriem dominiumque exhiberi voluit. Intellectualem vero in hieroglyphicis figuris antiquorum sapientum effata, peregrinis caracteribus et simulachris eleganter distribuit, è cujuslibet autem ovati intervallo ubi arcuum fornicis lineae se intercidunt, coelestem genium eo artificio construi voluit, ut continuo motu, et à principio artificiali se movere atque volitare videatur. Ex his disces peregrine, quod uti à DEO omnia in omnia derivantur, tanquam à naturae Authore, sic omnia è contra ad eum referri pulchra comparatione expressum intuearis.
Postquam Author scientiaurum largitorem Deum multitudinem simulacrorum summum opificem expressit, utpote tum divina, tum naturae lege edoctus humanae quoque satisfactrus legi, beneficos Mecoenates, benignosque scientiarum fautores, et patronos è muneribus eorum praestitis laudat. Unde Musaei vestibula circum circa Austriacae domûs, nostrae memoriae, praesentisque aetatis praeclara lumina redivivos, in vivo stipite Leopoldum Caesarem Augustissimum sincerae mentis homagio, debitaeque dedicationis tributo veneratur Author, eorumque eximiam munificentiam, virtutique tum alendae tum fovendae liberalem parastasin alta mente impressam, effigie praesentem sibi sistit.
Arcuatae fornicis absides 370 numerosa Larvarum antiquarum ex marmore albo, docta arte exsculptarum congeriem obtinent, maxima Concharum ac Vasorum fictilium copia, partim Raphaelis Urbinatis studio aestimabilis, partim aliorum excellentioris picturae alumnis opera preciosae suis cornicibus conservatae visuntur. Omnia Alphonsi Donnini Capitolini Senatus Secretarii munifica et testamentaria liberalitate donata, atque inter alia antiquitate et raritate preciosam hujus Musaei supellectilem monstrant.
Succedunt hinc inde variae Regum ac Principum Authoris Benefactorum atque Discipulorum effigies, aliaeque picturae uti rarae ita omni pretio aestimabiles.
Series triginta quatuor columnarum, quibus singularis tum pretii, tum sculpturae diversitate marmorum rarae statuae innixae conspiciuntur. Quatuor grandiores, duo verò minores obelisci, è medio Musaei ambulacro exsurgentes, notisque Aegyptiacis conspicui splendent.
1. Duae spirales helicae tortuosis voluminibus serpentum gyros scitissimè metientes. Organum automato Tympano animatum omnis generis avium concentum ludens, et sphaericum globulum in medio aëre continuo venti impulsu vacillantem sustinens.
2. Machina Hydrostatico-magnetica, horas, zodiacum, planetas, et totam coeli fabricam repraesentans, simplicissimoque motu horas verticaliter subascendentis et descendentis alternatim Solis et Lunae simulacris, per aërem verò volitantis aviculae motu divisa horarum spacia sympathico motu describunt.
3. Machina Magnetico-hydraulica horas in universo mundo exhibens ut et horas Astronomicas,Italicas, Babylonicas et antiquas.
4. Fonticulus sphaeram capit Atlantis incumbentem in orbem occultis motibus urgens.

Di qui in poi potrai ammirare la mente dell’autore sapientissimo che volle far dipingere con mirabile opera di pittura l’immagine, sia materiale che intellettuale, di tutto il cielo e della terra, nelle fornici e nella volta del Museo, che si estende in lunghezza e, in larghezza, si curva in emiciclo. Fece quindi dividere l’intero soffitto in cinque spazi ovali e, nei primi quattro, fece raffigurare le immagini degli elementi, nel quinto volle che fossero illustrati l’insieme delle sfere celesti e il loro dominio. Quanto allo spazio “intellettuale”, poi, distribuì elegantemente simboli geroglifici e detti degli antichi sapienti in caratteri e immagini esotici, e nell’intervallo di ogni ovale, là dove si incontrano le linee del fornice degli archi, volle che fosse rappresentato il genio celeste, con arte tale che sembra muoversi e aleggiare in un movimento continuo per una causa artificiale. Da ciò, o visitatore, imparerai, con uno splendido paragone, che da Dio, creatore della natura, tutto da tutto proviene e ogni cosa a lui ritorna.
Dopo aver rappresentato Dio come dispensatore delle scienze e sommo artefice in molte immagini, per soddisfare – educato da una legge sia divina, sia naturale – anche la legge umana, loda i generosi Mecenati, i benevoli protettori delle scienze e i patroni per i loro doni. Perciò, tutt’attorno nell’atrio del Museo, l’Autore venera con l’omaggio di una sincera devozione e il tributo di una dedica riconoscente i principi della casa d’Austria, sempre vivi nella memoria, lumi splendenti del nostro passato e dell’età presente, in particolare nella dinastia vivente Leopoldo, Cesare augustissimo, e si propone come presente in effigie, profondamente impressa nella memoria, la loro straordinaria munificenza, generoso esempio vòlto ad alimentare e a nutrire la virtù.
Le fornici degli archi contengono la collezione di trecentosettanta maschere antiche di marmo bianco, scolpite con arte esperta, e una grandissima quantità di piatti e di vasi fittili, opera ammirevole di Raffaello d’Urbino e dei suoi eccellenti allievi di pittura, conservati con le loro preziose cornici. Tutto ciò fu donato per testamento dalla munifica generosità di Alfonso Donnini, Segretario del Senato Capitolino e tra le altre cose preziose per antichità e rarità, si segnala tra la suppellettile di questo Museo.
Seguono poi diverse immagini di re e principi - benefattori dell’autore - e di discepoli, e altri dipinti non solo rari ma ricchi di ogni pregio.
Una serie di trentaquattro colonne, su cui si notano statue di singolare pregio e arte plastica, rare per la varietà dei marmi. Quattro obelischi più grandi, due più piccoli, si levano in mezzo al corridoio del museo, e risplendono per i noti caratteri egizi.
1. Due spirali elicoidali s’avvolgono con grande eleganza in tortuose volute di serpente. Un organo animato da timpano automatico, che imita l’armonia di uccelli di ogni genere e sostiene una pallina sferica che oscilla continuamente nell’aria per impulso del vento.
2. Una macchina idrostatico-magnetica che rappresenta le ore, lo zodiaco, i pianeti e tutta la struttura del cielo, e con un movimento semplicissimo indica le ore attraverso le immagini del Sole e della Luna che alternativamente salgono e scendono in senso verticale. Esse descrivono, per effetto di magnetismo, gli spazi distinti delle ore, grazie al movimento di un uccello che volteggia nell’aria.
3. Una macchina magnetico-idraulica che indica le ore in tutto il mondo: quelle astronomiche, italiche, babilonesi e antiche.
4. Uno zampillo che, con movimento nascosto, sospinge in senso circolare una sfera che grava sul capo di un Atlante.