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aspettazione di ciò che accederebbe nel solenne ingresso delle regie truppe del generale Cadorna, che doveva farsi verso il mezzodì. V'era poi anche sempre l'incertezza della nostra sorte, con giunta con una quasi certezza, che ο in un modo ο in un altro saremmo quanto primo discacciati. Frattanto io era spesse volte chiamato alla porteria dagli ufficiali, che avevano i loro soldati nelle scuole, or per una cosa ed or per un altra; domandavano una stanza dentro la porteria, poi un'altra, poi le scuole superiori, poi la congregazione dell'aula massima, poi la prefettura [1], poi la stanza, dov'era il palco delle dignità, e così altre cose di mano in mano, non già tutte in quel giorno, ma appoco appoco, finché ebbero ogni cosa, eccetto la Prima Primaria e la Congregazione del Passetto, che furono loro sempre negate.


Ma tornando al giorno 21. settembre, una delle cose, che cagionavano maggiore disturbo a molti, erano quegli urlacci tumultuosi che si facevano dalla gentaglia per le strade, e poiché in quel dì erano da aspettarne assai per l'ingresso delle truppe, io andai a pranzare cogli scolastici alla prima tavola, e poi dopo la visita li radunai a ricreazione comune tutti insieme teologi, filosofi e maestri nella sala, dove sogliono farla i padri, acciocché fossero più lontani dai clamori, e trovandosi in maggior numero meno vi attendessero. Infatti così

  1. 19 Martina