Non è facile a credere quanti non solo del volgo, ma eziandio delle classi più istruite e più alte, entrassero in questa immaginaria sicurezza, e come chi per un modo e chi per un altro si persuadessero che non poteva avvenire diversamente. Altri si fidava di questa profezia, altri di quella; taluuno diceva di appoggiarsi sopra nessuna in particolare, ma che non poteva negar fede al complesso di tutte insieme; a questo faceva forza il sentimento universale dei buoni, a quello una parola che si riferiva detta dal Papa: uno argomentava che Iddio non fa mai le cose per metà, e però avendo miracolosamente difesa Roma fino allora, la difenderà altresì adesso; un altro diceva che in questo Papa tutto è straordinario, e che non era possibile che non si avesse a celebrare con tutta pompa il suo venticinquesimo anno. Ed erano tali e tanti quelli che così discorre vano, che per chi pensava diversamente era più savio consiglio il tacere che il ragionare in contrario.
Venendo ora alle cose nostre, fin da mezzo agosto io stimai necessario di provvedere il danaro nel caso di una prossima dispersione, e cercai di formare un debito con ipoteca sopra la tenuta di Mompeo[1], venuta al Collegio Romano l'anno innanzi per l'eredità Sala[2]: e fu ventura che si cominciasse la pratica così presto, perchè altrimenti vi era pericolo di non giungere a tempo. Tre cose menavano
- ↑ Vedi Commissione di vigilanza della Giunta liquidatrice dell'asse ecclesiastico di Roma, p. 52.
- ↑ 3 Martina