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altra fonte, fuorchè da quella di Dio, e di Maria l'inaspettata grandezza dè nostri animi. Quantunque tiepidi poc'anzi, e paurosi, in un istante fummo pari à più coraggiosi, e ferventi. Vivemmo chiusi per molti giorni in tre diversi lazzaretti: correvano quasi a gara di casa in casa, di famiglia in famiglia, di notte egualmente come di giorno con la confessione, col viatico, con l'estrema unzione, con la raccomandazione dell'anima. Il primo colerico in cui ci eravamo imbattuti era bastato a toglierci ogni timore, a spegnerci ogni naturale ripugnanza. Anzi la divina grazia non che gli spirituali, i corporali servigi ezindio ne avea renduti tanto facili e giocondi, che non minore diletto sperimentavano nel trattare i corpi e talora anche i cadaveri de' colerosi, che nelle applicazioni più geniali, e in que' ministerj della compagnia, a' quali più l'inclinazione e l'abitudine ci trasporta. La fatica, e il sonno a cui in altre occorrenze convenia cedere, perchè il corpo non venisse meno, qui in più d'uno non ebbero altro alleviamento se non quello delle nuove fatiche e delle nuove veglie, senza che perciò l'uomo rimanesse oppresso; che anzi alla fine dell'opera si trovò più vigoroso di prima. Talchè il Collegio Romano, in cui non eravamo meno di cencinquanta individui, de' quali presso a cento ci trovammo per tanti giorni al contatto il più prossimo co' colerosi, ebbe, finchè durò il flagello di Dio, l'infermeria al tutto libera e vuota. Il quale stato di perfettissima sanità dee stimarsi anche più maraviglioso per la stagione in cui eravamo. Correa l'Agosto di Roma e correva calorosissimo; l'anno scolastico con le incessanti sue occupazioni era presso a terminare; appena v0era qualcuno che in luogo di mettersi ad un servigio nuovo, disusato, travagliosissimo, non avesse un vero bisogno di quel riposo e ricreamento, che la carità della buona madre la Compagnia ci suole ogni anno in questo tempo concedere: contuttociò salvi e sani durammo dal primo all'ultimo giorno.

Un doppio effetto salutevolissimo derivò da questa nostra missione. Segnalato da prima fu il vantaggioche Roma ne ritrasse dall'esempio. Imperciocchè il clero che al primo scoppiare del morbo erasi in molta patye tenuto riguardato e nascosto, come vide noi praticare assiduamente e vivere co' colerosi senza riportare né malattie, né morti, gittò per