[pec]catori: i più disperati per quanto era lungo il giorno e fino a notte avanzata quidava à confessionali della nostra chiesa, della porteria, dell'oratorio del P. Varavita non pure i nostri ordinarj penitenti, ma e una lunga schiera d'altre persone che erano state fin qui ben altro che penitenti. Erano anime di perdutissima vita, della quali le grandi città troppo abbondano in questo secolo di tanta empietà. Per anni ed anni non avevano levati gli occhi al loro Iddio, né riconosciuto la presenza, ed autorità della chiesa se non per oltraggiarla. Resistito avevano alla virtù delle sacre missioni, dell'edificantissimo esempio de' buoni, delle pubbliche preghiere fatte anche per esse, de' miracoli d'altre conversioni accadute di recente, sotto i loro occhi, in persone loro pari. Eppure qui si davano vinte: divenivano ad un'ora e uomini, e cristiani e penitenti, e nelle lagrimose loro confessioni formavano l'avventurata occupazione di que' nostri sacerdoti che a diversi intervalli si trovavano entro il Collegio. Così per noi fortunatamente trascorse la seconda metà dell'Agosto, e più che la prima del Settembre. Se non che toccò a noi anche la cura dell'ospedale de' convalescenti colerici aperto nel Collegio Inglese che un tempo fu pure nostro. Quivi rispetto alle donne non ci siamo estesi al di qua delle anime: ma rispetto agli uomini abbiamo proveduto soli alle necessità anche de' corpi. Due sacerdoti e due fratelli coadiutori non si mossero di colà dal 18 Settembre al 17 Ottobre. Per dare poi braccio a questi quattro ch'erano pochi al bisogno, venivano inviati altri quattro per le fatiche del giorno, e poi quattro per le occorrenze e la guardia della notte. Tra questi furono primi i maestri, e gli scolastici teologi, quindi gli scolastici filosofi del Colelgio; a' quali successero gli scolastici rettorici ed i novizj di S. Andrea. Ed anche l'operare che qui facemmo tornò d'incredibile conforto agl'infermi serviti in ogni cosa con quella attenzione ed affetto che potevamo maggiore e sovventi anche qui di limosine al terminare della convalescenza: ma tornò anche di consolazione ed istruzione a noi lieti ed ammaestrati in questi uffizj di spirituale e corporale misericordia. Ma ben più che noi operarono i Padri tutti della Casa Professa, e in proporzione non meno di noi quelli della Casa di S. Eusebio e del Noviziato di Sant'Andrea.
Roma è rimasta giustamente maravigliata d'averci veduti uscire da quel furibondo malore che è contagioso nulla meno che epidemico, senza che uno di noi avesse perduto un capello del capo. E noi altresì ci siamo rimasti compresi da una profonda confuzione e da una eguale gra[titudine]