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case nostre, e di vedere presentemente Religioso, che nella Compagnia si fosse si scambievole unione fra tutti anche di diversisime Nationi senzza minimo di arrenza tra domestici e furastieri. Ne finiva di commendare la mesa perfetamente commune per la quale diceva che essendo ciascuno proveduto di tutto il bisognevole in Fessa, e favori; sano o di infermo non haveva bisogno de pur di impiegar un pensiero nel provedimento proprio; mà che poteva liberamente impiegarsi tutto in servitio di Dio, e de prossimi, e nell'acquisto della propria perfetione per mezzo dell'esecitio delle vere or virtù delle quali si fà conto nella Compagnia. Da questa inflessioni con nula in lui e sempre piì si augmentava l'alta stima dalla vocatione religiosa, e l'affetione veneva mezzo il nrd so tibuto.
La 2a cosa che osservai in lui di singolare era il tanto acceso zelo da anima, che mostrava in ogni occasione. Ne parlava del continuo nelle riguardi e metteva in consideratione anche degli altri la perdida di tanti infedeli, e la donnatione di tanti mali cristiani. Per questo zelo però quanto più l'accendeva, tanto più lo cruciava rendendovi in alti ad impiegarsi nel bene de prossimi per mancamento di ogni dottrina. Onde è che quando i Superiori giudicaano bene de aplicarlo allo studio della grammatica, egli s'impiegò con tanta atentione ad apprendere i passi pii della lingua latina, che eccetuato il tempo dovuto alle cose spirituali, da mattina alla sera s'andava metendo a'mente i Nomi, i verbi con tal fatiga e molestia che egli medesimo confidentemente diceva che la sentiva assai, assai. Alla fatiga dello studio s'aggiungeva l'incomodità dalla stanza, la quale per esser piccola e rivolta a ponente il giorno d'estate s'infocava molto, et egli nondimeno vi continuava à stare sino ala sera senza mai uscire