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quella di V. R., che doppo d'haver havuto notita di tanta verità e riccevuto il Sacro batesimo, per mezzo del quale scancellata l'antica inimicitia diventò amicissima del Dominatore del Cielo e della terra et eletta una volta per herede del Paradiso. Lasció ingannarsi dal nemico infernale, mentre artificiosamente la fece alontanare dalla Luce del Mondo Christo Giesù, per farla stare nell'antiche tenebre della cecità mahometana, la quale da me senza dubio è ben conosciuta. Hor su Signor mio il Cielo l'invita et Iddio con le braccia aperte L'aspetta ancor che gl'habbi fatto un ingiuria si grande, mentre egli dice nel Sacro Vangelo, non veni vocare iustos, sed pecatores[1]. Più che mai sarà amica di questa bontà infinita se generosamente una volta con il cuore pentito et adolorato come il Reggio David, dicese, peccavi Domine. So'molto bene che ella tale un di mostrarsi verso la mestà Divina, mentre hò notitia di quanta industria stà facendo per ritornarsene al grembo della Santa Chiesa. Ma dall'altra parte vedo evidentemente l'inganni di Satanasso, che le fà credere la morte della sua madre prima di Lei, per poter tornar in parte comodamente tanto di richezze quanto dell'humane speranze. Ma chi mai può assicurar V. R. non debba prima d'essa Madre mentre a caso che stà così, dove hà d'andare? Dove sono tanti Imperatori infedeli? Dove stà il loro dominio? Dove sono le loro richezze? Il tutto già è finito come un'ombra, et adesso stanno nelle fiamme eterne. Non sarà mai vero che V. R. si lasci così ingannare con lo alongar il tempo, mentre sono scorsi dell'anni suoi moltro più di quello che resta secondo la conditione della vita humana. Credo che haverà sentito la mi rissollutione nell'abbandonare quanto dominava, poessedeva e nel mondo sperava, per ricevere la Santa Fede

  1. Lucca 5, 32.