Page:APUG 1293 Trionfo del Giappone Colomera.pdf/45

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Evandro. Hò visto, e non sò come la lingua raffrenai, lo sdegno, e l'ira contro un atto sì brutto, e sì scortese, mà giuro amico Duce ch'io vuò saper chi mosse à far il Rè si dimostrasse fiero contro di te ad una tal richiesta che questa man di lui farà vendetta.
Aug. Leontio fù senz'altro
Leon. Certo l'indovinaste
Evan. Vuò che provi il furore di questo petto irato e vuò che sappi ancor mio padre, ch'io in offendendo te, restai l'offeso, vedrai, vedrai, l'infante quel che sà far per te mio dolce amico, pria spargerò preghiere per ammollir il petto dell'ostinato pudore, e quando queste non havran loco, all'hora spargerò le querele rimproverando alla sua propria faccia l'honorati sudori, che spargete per lui li giuramenti, e le promesse sue et il proprio amore. Vattene dunque amico à dar riposo alle tue stanche membra, ch'io resto in luogo tuo à far quel tanto che tu stesso faresti, stà pur lieto e contento farò che habbi l'intento.
Aug. con tal speranza io parto, parto al certo confuso da due contrarii petti l'un di padre incostante, l'altro di figlio amante.