Difference between revisions of "Varia Spiritualia"

From GATE
 
(62 intermediate revisions by 2 users not shown)
Line 1: Line 1:
 
[[File:Varia-spiritualia.jpg|thumb|<small>Codice F.C. 1000, dettaglio della coperta.</small>]]
 
[[File:Varia-spiritualia.jpg|thumb|<small>Codice F.C. 1000, dettaglio della coperta.</small>]]
 +
<p><big>''Qu’est-ce donc qu’une spiritualité? Prise en son principe, comme le terme d'un «retour», elle serait un «esprit» originel, déjà trahi par tout son langage initial et compromis par ses interprétations ultérieures, de sorte que, n'étant jamais là où elle est dite, elle serait l'insaisissable et l'évanescent.''</big><ref>Certeau, Michel de; ''Il mito delle origini'' in ''La debolezza del credere''. Città Aperta, Milano, 2006, p, 52.</ref></p><lb/>
 
==Introduzione==
 
==Introduzione==
In questa sezione si ragruppano una serie di codici che, dal punto di vista di certe tassonomie, potrebbero essere annoverati sotto diversi temi: "Avvisi", "Regole", "Directoria", "Esercizi Spirituali", "Ascetica", ecc. Queste classificazioni funzionano, creando un determinato consenso, nella misura in cui non siano guardate da vicino, vale a dire, non siano ''storicizzate''.
+
<div style="text-align:justify">In questa sezione si ragruppa una serie di codici che, dal punto di vista di certe tassonomie, potrebbero essere annoverati sotto diversi temi: "Avvisi", "Regole", "Directoria", "Esercizi Spirituali", "Ascetica", ecc. Queste classificazioni funzionano, creando un determinato consenso, nella misura in cui non siano guardate da vicino, vale a dire, non siano ''storicizzate''.  
I manoscritti che si integreranno in questa sezione, sono un'opportunità per considerare che lo stabilimento di un ordine, di qualsiasi tipo, presuppone che l'alternativa all'ordine non è il caos ma un altro ordine.
+
<p>La storia della catalogazione di questi codici, la loro scomparsa, la loro valorizzazione o la loro dimenticanza, è utile a descrivere l'evoluzione di una semantica intesa come l'insieme delle forme di una società (ossia delle idee e dei concetti in essa presenti) utilizzabili per l'orientamento e la selezione di senso.<ref>Baraldi, C., Corsi, G., Esposito, E.; ''Semantica e comunicazione'', 35.</ref> Considerare come questi codici sono stati ''tematizzati'', implica poter considerare come sono stati ricevuti ed eventualmente utilizzati.</p>
<p>La storia della catalogazione di questi codici, la loro scomparsa, la loro valorizzazione o la loro dimenticanza, racconta l'evoluzione di una semantica intesa come "l'insieme delle forme di una società (ossia delle idee e dei concetti in essa presenti) utilizzabili per l'orientamento e la selezione di senso."<ref>Baraldi, C., Corsi, G., Esposito, E.; ''Semantica e comunicazione'', 35.</ref> Seguire le selezioni semantiche di questi codici sia dal punto della loro ''tematizzazione'' così come del suo contenuto implica poter considerare la successione e alternanza tra stabilizzazione o variazione nella creazione di senso al loro riguardo.</p>
+
L'inclusione di questo tipo di materiali sotto la odierna classificazione di ''spiritualità'' potrebbe essere anche un modo per capire l'ambiguità funzionale di questo concetto. Dalle differenze che potranno emergere dall'analisi di queste ''varia spiritualia'' confrontandole con i discorsi odierni riguardo la ''spiritualità'', potrebbe essere possibile descrivere l'evoluzione del rapporto con il sacro, i processi di individualizzazione all'interno della comunicazione religiosa o la differenze tra ''religione'' e ''spiritualità''.<br>
La inclusione di questo tipo di materiali sotto la classificazione di ''spiritualità'' potrebbe essere anche un modo per capire l'ambiguità funzionale de questo concetto. Dalle differenze che potranno emergere dall'analisi di queste ''varia spiritualia'' coonfrontandole con i discorsi odierni riguardo la ''spiritualità'' potrebbe essere possibile descrivere l'evoluzione del rapporto con il sacro, i processi di individualizzazione all'interno della comunicazione religiosa o la contraposizione tra ''religione'' e ''spiritualità''.<br>
 
  
''Infine, che cosa e dunque una spiritualità? Considerata nel suo principio, come il termine di un «ritorno», sarebbe uno «spirito» originale, gia tradito da tutto il suo linguaggio iniziale e compromesso dalle sue interpretazioni ulteriori, in modo che, non essendo mai la dove è detta, sarebbe dunque l'inafferrabile e l'evanescente''<ref>Certeau, Michel de; ''Il mito delle origini'' in ''La debolezza del credere''. Città Aperta, Milano, 2006, p, 52.</ref>.
+
==Alla ricerca della forma==
===Alla ricerca della forma===
 
<p><center><span style="color:Blue">«...Sed,  praeter  utrasque,  [i.  e.  Constitutiones  et Declarationes],  quae  ad  res  immutabiles  pertinent,  et  universaliter observari  debent,  aliae  quaedam  ordinationes  erunt  necessariae, quae  diversis  temporibus,  locis  et  personis,  in  diversis  domibus, collegiis  et  ofliciis  Societatis  (uniformitate  tamen,  quoad  eius  fleri possit,  retenta)  possint  accommodari.  De  huiusmodi  ordinationibus vel  regulis  hic  non  agetur;  sed  id  solum  admonebimus,  quod  ab unoquoque  qui  ibi  fuerit,  ubi  haec  observentur,  iuxta  voluntatem Superioris  qui  ei  praefuerit,  sunt  observandae.»</span></center></p><br>
 
  
<p>La materia è una precondizione necessaria per la comunicazione ma essa non comunica, non contiene nessuna informazione. La materia di per sé è muta.  Le osservazione dell'oggetto materiale si realizzano in un determinata temporalità. Considerare un oggetto che proviene dal passato è un’azione che si fa a partire da un determinato presente. Così come un testo è tale nella misura in cui è ricevuto da un lettore, allo stesso modo è possibile affermare che l'esistenza materiale degli enunciati è osservata a partire da un sistema sociale, per mezzo di determinate distinzioni. La riconoscibilità di questi manoscritti, sottoposti al nostro sguardo, riveste un'alta complessità. Si è reso difficile identificare la sua ''forma'', vale a dire i criteri di composizione e selezione del materiale, i possibili destinatari, l'uso e il perchè della sua conservazione durante secoli.</p>
+
<p>La materia non comunica, non contiene nessuna informazione. La materia di per sé è muta.  Le osservazione della materialità di questi documenti si realizzano in una determinata temporalità. Considerare un oggetto che proviene dal passato è un’azione che si fa a partire da un determinato presente. Così come un testo è tale nella misura in cui è ricevuto da un lettore, allo stesso modo è possibile affermare che l'esistenza materiale degli enunciati è osservata a partire da un sistema sociale, per mezzo di determinate distinzioni. <br>
 +
La riconoscibilità di questi manoscritti, sottoposti al nostro sguardo, riveste un'alta complessità. Si è reso difficile identificare la sua ''forma'', vale a dire i criteri di composizione e selezione del materiale, i possibili destinatari e le loro aspettative, le distinzioni a partire dalla quali erano osservati, il loro uso, così come il perché della sua conservazione durante secoli.</p>
 +
Questi volumi storicamente possono essere collocati nel momento in cui l’ordine gesuitico realizzò il passaggio da un governo preponderantemente centrato nelle persone dei primi fondatori, caratterizzato da un sistema di interazione ripetuto e regolare, a un governo in cui la comunicazione scritta e poi stampata prende il sopravvento.
 +
<p>Il veloce aumento demografico dell’Ordine (più di 13000 membri nel 1615), così come l'incremento della tecnologia della stampa contribuiranno a valorizzare la scrittura come mezzo di diffusione adatto alla costituzione della memoria sociale.
 +
 
 +
Sotto il governo del superiore generale Claudio Acquaviva (1581-1615) un numero crescente di comunicazioni manoscritte, cronache e storie, insiemi di esortazioni di carattere parenetico e lettere di governo e regole, cominciarono ad essere stampate. Si vorrà in questo modo ricondurre la molteplicità degli eventi a una memoria comune e, a partire de essa, coordinarli e interpretarli, creando ridondanza riguardo all'aumento della varietà ed evitare così la dimensione sorprendente degli avvenimenti. Questa produzione stampata si presentò come un insieme di ''fonti spirituali'' funzionale alla ''administratio'' dell'ordine gesuitico<ref>[https://books.google.it/books?id=CV1JAAAAcAAJ&hl=it&pg=PP3#v=onepage&q&f=false Instructio pro Superioribus ad augendum conservandumque Spiritum in Societate. Romae, in Collegio Romano, 1615].</ref>.<lb/>
 +
<p>
 +
La costituzione di questa «biblioteca» rappresenta la costruzione di un ''origine originante'', determinato dallo stabilimento di una cesura tra passato e presente, nel quale si collocheranno, di volta in volta, una selezione di documenti considerati ''fondamentali''.<lb/> Questa operazione selettiva la troviamo descritta nella nota al lettore di P. Bernardo de Angelis, Segretario della Compagnia di Gesù, nella edizione delle''Lettere de' prepositi generali''<ref>[https://books.google.it/books?id=hx1No7GMIpgC&hl=es&authuser=0&pg=PP3#v=onepage&q&f=false ''Lettere de' prepositi generali a' padri e fratelli della Compagnia di Giesu''. Roma, nel Collegio Romano,1606]</ref>: ''Pensiero fu sempre di molti che sarebbe stata cosa non meno giovevole che gioconda la scelta delle lettere dei nostri Generali [...] servirebbero come di memoria viva [...] a mantenere sempre mai verdi nel tronco dello spirito primiero della vocazione nostra, alla quale come a bersaglio mirano tutte [...]''. Riscattare dall'oblio alcuni documenti (''quam in membranis scripta delitescunt'') è l'intenzione espressa anche nel prologo dell'''Instructio pro superioribus ad augendum conservandumque spiritum in Societate'' (1604).<ref>La prima edizione di questa istruzione è del 1615: [https://books.google.it/books?id=CV1JAAAAcAAJ&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false Instructio pro Suerioribus ad augendum conservandumque Spiritum in Societate. In Collegio Romano, 1615]. Anche qui il prologo è di Bernardo de Angelis.</ref></p>
 +
Se da una parte, la stampa assicurerà una maggiore diffusione della comunicazione allo stesso tempo il testo scritto, così diffuso, sarà occasione di una maggiore incertezza in ciò che riguarda la sua interpretazione e ricezione. Questo codice lo si può collocare in questi passaggi epocali.</p>
  
 
== Manuscripts ==
 
== Manuscripts ==
* [https://manus.iccu.sbn.it/cnmd/0000104230 F.C. 777] Directorium Variorum pro Exercitiis Spiritualibus<ref>[http://www.unigre.it/archivioimg/RM1628_Curia_FC777_piattoant.jpg Note  manoscritte] sul piatto anteriore. La mano cui è attribuito il titolo "Directorium Variorum pro Exercitiis Spiritualibus" è datata al XVI sec.; la mano cui è attribuita l'annotazione seguente ''Hoc Directorium est illud quod indicatur littera B. in indice. Sed hoc non est, sicut videtur, originale exemplar, sed est, ut italice dicitur, Copia'' è, invece, datata al XVIII sec. (Cfr. Directoria, p. 53)</ref>
+
* [https://manus.iccu.sbn.it/cnmd/0000104230 F.C. 777] Directorium Variorum pro Exercitiis Spiritualibus<ref>[http://www.unigre.it/archivioimg/RM1628_Curia_FC777_piattoant.jpg Note  manoscritte] sul piatto anteriore. La mano cui è attribuito il titolo "Directorium Variorum pro Exercitiis Spiritualibus" è datata al XVI sec.; la mano cui è attribuita l'annotazione seguente ''Hoc Directorium est illud quod indicatur littera B. in indice. Sed hoc non est, sicut videtur, originale exemplar, sed est, ut italice dicitur, Copia'' è, invece, datata al XVIII sec. (Cfr. Directoria, p. 53)Vedi anche ''Monumenta Ignatiana. Series secunda: Exercitia spiritualia Sancti Ignatii de Loyola et eorum directoria'' v.2, p. 53.</ref>
* [[Varia spiritualia_(F.C. 1000)|F.C. 1000]]  Varia Spiritualia (AC 23)
+
* [[Varia spiritualia_(F.C. 1000)|F.C. 1000]]  ''Varia Spiritualia'' (AC 23)
* [https://manus.iccu.sbn.it/cnmd/0000102969 F.C. 1037] (AC 77)
+
* [https://manus.iccu.sbn.it/cnmd/0000102969 F.C. 1037] (AC 77)<ref>''Monumenta Ignatiana. Series secunda: Exercitia spiritualia Sancti Ignatii de Loyola et eorum directoria'' v.2, p. 56.</ref>
* [https://manus.iccu.sbn.it/cnmd/0000104231 F.C. 1055]  Miscellanea Ascetica (AC 106)<ref>''Manus in toto codice est Patris Hieronymi Bencio, ut videtur. Hic est codex usus privati, in quo ille colligebat quae de rebus spiritualibus, praesertim de oratione et meditatione, audiebat vel legebat, et digna conservarentur iudicabat'' (''Directoria Exercitorum Spiritualium, II'', Vol 76, Nova Editio 1955 (1540- 1599) v. 2, p. 54)</ref>
+
* [[Miscellanea ascetica (F.C. 1055)|F.C. 1055]''Miscellanea Ascetica'' (AC 106)<ref>''Manus in toto codice est Patris Hieronymi Bencio, ut videtur. Hic est codex usus privati, in quo ille colligebat quae de rebus spiritualibus, praesertim de oratione et meditatione, audiebat vel legebat, et digna conservarentur iudicabat'' (''Directoria Exercitorum Spiritualium, II'', Vol 76, Nova Editio 1955 (1540- 1599) v. 2, p. 54)</ref>
* [https://manus.iccu.sbn.it/cnmd/0000104233 F.C. 1139] Directoria exercitiorum spiritualium (AC 129)
+
* [https://manus.iccu.sbn.it/cnmd/0000104233 F.C. 1139] Directoria exercitiorum spiritualium (AC 129)<ref>''Monumenta Ignatiana. Series secunda: Exercitia spiritualia Sancti Ignatii de Loyola et eorum directoria'' v.2, pp. 58-59.</ref>
* F.C. 1977  
+
* [https://manus.iccu.sbn.it/cnmd/0000210707 F.C. 1977]  ''Fabii de Fabiis, Dell'esaminare la coscienza'' (autografo); ''De cordis custodia''.
 
* [https://manus.iccu.sbn.it/cnmd/0000228343 F.C. 2156] Alphonsi Crocchi Exercitia [Spiritualia] P. Ignatii etc MS (AC 213)
 
* [https://manus.iccu.sbn.it/cnmd/0000228343 F.C. 2156] Alphonsi Crocchi Exercitia [Spiritualia] P. Ignatii etc MS (AC 213)
 
* [https://manus.iccu.sbn.it/cnmd/0000224570 APUG 1763] De oratione med[...?]
 
* [https://manus.iccu.sbn.it/cnmd/0000224570 APUG 1763] De oratione med[...?]
 +
* F.C. 199<ref>''[https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=mdp.39015024561246&seq=76 Monumenta Ignatiana. Series secunda: Exercitia spiritualia Sancti Ignatii de Loyola et eorum directoria'' v.2, p. 52]. Codec hic qui ano 1917 alibi erat, descriptus est in MI, Exercitia, pp. 204-205, codex 6, ubi per errorem lectum est primum tituli verbum: Rivisi pro Avvisi. MI, ''Fontes Narrativi'', I, p. 82.</ref>
 +
* F.C. 409<ref>''[https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=mdp.39015024561246&seq=76 Monumenta Ignatiana. Series secunda: Exercitia spiritualia Sancti Ignatii de Loyola et eorum directoria'' v.2, p. 52].</ref>
  
== Editions ==
+
== Note ==
==Note==
 

Latest revision as of 21:50, 9 May 2024

Codice F.C. 1000, dettaglio della coperta.

Qu’est-ce donc qu’une spiritualité? Prise en son principe, comme le terme d'un «retour», elle serait un «esprit» originel, déjà trahi par tout son langage initial et compromis par ses interprétations ultérieures, de sorte que, n'étant jamais là où elle est dite, elle serait l'insaisissable et l'évanescent.[1]


Introduzione

In questa sezione si ragruppa una serie di codici che, dal punto di vista di certe tassonomie, potrebbero essere annoverati sotto diversi temi: "Avvisi", "Regole", "Directoria", "Esercizi Spirituali", "Ascetica", ecc. Queste classificazioni funzionano, creando un determinato consenso, nella misura in cui non siano guardate da vicino, vale a dire, non siano storicizzate.

La storia della catalogazione di questi codici, la loro scomparsa, la loro valorizzazione o la loro dimenticanza, è utile a descrivere l'evoluzione di una semantica intesa come l'insieme delle forme di una società (ossia delle idee e dei concetti in essa presenti) utilizzabili per l'orientamento e la selezione di senso.[2] Considerare come questi codici sono stati tematizzati, implica poter considerare come sono stati ricevuti ed eventualmente utilizzati.

L'inclusione di questo tipo di materiali sotto la odierna classificazione di spiritualità potrebbe essere anche un modo per capire l'ambiguità funzionale di questo concetto. Dalle differenze che potranno emergere dall'analisi di queste varia spiritualia confrontandole con i discorsi odierni riguardo la spiritualità, potrebbe essere possibile descrivere l'evoluzione del rapporto con il sacro, i processi di individualizzazione all'interno della comunicazione religiosa o la differenze tra religione e spiritualità.

Alla ricerca della forma

La materia non comunica, non contiene nessuna informazione. La materia di per sé è muta. Le osservazione della materialità di questi documenti si realizzano in una determinata temporalità. Considerare un oggetto che proviene dal passato è un’azione che si fa a partire da un determinato presente. Così come un testo è tale nella misura in cui è ricevuto da un lettore, allo stesso modo è possibile affermare che l'esistenza materiale degli enunciati è osservata a partire da un sistema sociale, per mezzo di determinate distinzioni.
La riconoscibilità di questi manoscritti, sottoposti al nostro sguardo, riveste un'alta complessità. Si è reso difficile identificare la sua forma, vale a dire i criteri di composizione e selezione del materiale, i possibili destinatari e le loro aspettative, le distinzioni a partire dalla quali erano osservati, il loro uso, così come il perché della sua conservazione durante secoli.

Questi volumi storicamente possono essere collocati nel momento in cui l’ordine gesuitico realizzò il passaggio da un governo preponderantemente centrato nelle persone dei primi fondatori, caratterizzato da un sistema di interazione ripetuto e regolare, a un governo in cui la comunicazione scritta e poi stampata prende il sopravvento.

Il veloce aumento demografico dell’Ordine (più di 13000 membri nel 1615), così come l'incremento della tecnologia della stampa contribuiranno a valorizzare la scrittura come mezzo di diffusione adatto alla costituzione della memoria sociale. Sotto il governo del superiore generale Claudio Acquaviva (1581-1615) un numero crescente di comunicazioni manoscritte, cronache e storie, insiemi di esortazioni di carattere parenetico e lettere di governo e regole, cominciarono ad essere stampate. Si vorrà in questo modo ricondurre la molteplicità degli eventi a una memoria comune e, a partire de essa, coordinarli e interpretarli, creando ridondanza riguardo all'aumento della varietà ed evitare così la dimensione sorprendente degli avvenimenti. Questa produzione stampata si presentò come un insieme di fonti spirituali funzionale alla administratio dell'ordine gesuitico[3].

La costituzione di questa «biblioteca» rappresenta la costruzione di un origine originante, determinato dallo stabilimento di una cesura tra passato e presente, nel quale si collocheranno, di volta in volta, una selezione di documenti considerati fondamentali.
Questa operazione selettiva la troviamo descritta nella nota al lettore di P. Bernardo de Angelis, Segretario della Compagnia di Gesù, nella edizione delleLettere de' prepositi generali[4]: Pensiero fu sempre di molti che sarebbe stata cosa non meno giovevole che gioconda la scelta delle lettere dei nostri Generali [...] servirebbero come di memoria viva [...] a mantenere sempre mai verdi nel tronco dello spirito primiero della vocazione nostra, alla quale come a bersaglio mirano tutte [...]. Riscattare dall'oblio alcuni documenti (quam in membranis scripta delitescunt) è l'intenzione espressa anche nel prologo dell'Instructio pro superioribus ad augendum conservandumque spiritum in Societate (1604).[5]

Se da una parte, la stampa assicurerà una maggiore diffusione della comunicazione allo stesso tempo il testo scritto, così diffuso, sarà occasione di una maggiore incertezza in ciò che riguarda la sua interpretazione e ricezione. Questo codice lo si può collocare in questi passaggi epocali.

Manuscripts

Note

  1. Certeau, Michel de; Il mito delle origini in La debolezza del credere. Città Aperta, Milano, 2006, p, 52.
  2. Baraldi, C., Corsi, G., Esposito, E.; Semantica e comunicazione, 35.
  3. Instructio pro Superioribus ad augendum conservandumque Spiritum in Societate. Romae, in Collegio Romano, 1615.
  4. Lettere de' prepositi generali a' padri e fratelli della Compagnia di Giesu. Roma, nel Collegio Romano,1606
  5. La prima edizione di questa istruzione è del 1615: Instructio pro Suerioribus ad augendum conservandumque Spiritum in Societate. In Collegio Romano, 1615. Anche qui il prologo è di Bernardo de Angelis.
  6. Note manoscritte sul piatto anteriore. La mano cui è attribuito il titolo "Directorium Variorum pro Exercitiis Spiritualibus" è datata al XVI sec.; la mano cui è attribuita l'annotazione seguente Hoc Directorium est illud quod indicatur littera B. in indice. Sed hoc non est, sicut videtur, originale exemplar, sed est, ut italice dicitur, Copia è, invece, datata al XVIII sec. (Cfr. Directoria, p. 53)Vedi anche Monumenta Ignatiana. Series secunda: Exercitia spiritualia Sancti Ignatii de Loyola et eorum directoria v.2, p. 53.
  7. Monumenta Ignatiana. Series secunda: Exercitia spiritualia Sancti Ignatii de Loyola et eorum directoria v.2, p. 56.
  8. Manus in toto codice est Patris Hieronymi Bencio, ut videtur. Hic est codex usus privati, in quo ille colligebat quae de rebus spiritualibus, praesertim de oratione et meditatione, audiebat vel legebat, et digna conservarentur iudicabat (Directoria Exercitorum Spiritualium, II, Vol 76, Nova Editio 1955 (1540- 1599) v. 2, p. 54)
  9. Monumenta Ignatiana. Series secunda: Exercitia spiritualia Sancti Ignatii de Loyola et eorum directoria v.2, pp. 58-59.
  10. Monumenta Ignatiana. Series secunda: Exercitia spiritualia Sancti Ignatii de Loyola et eorum directoria v.2, p. 52. Codec hic qui ano 1917 alibi erat, descriptus est in MI, Exercitia, pp. 204-205, codex 6, ubi per errorem lectum est primum tituli verbum: Rivisi pro Avvisi. MI, Fontes Narrativi, I, p. 82.
  11. Monumenta Ignatiana. Series secunda: Exercitia spiritualia Sancti Ignatii de Loyola et eorum directoria v.2, p. 52.