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Macerata,27 mare 1620. Le Cardinal d'Ascoli � Bellarmin, 8uivi de la minute'de la r�ponse.

4713/14

/ Ill/mo e B/mo S/r mio oss/mo A gli anni andati sino a tempo del P.Generale Acquaviva di pia memoria, tentando i PP.Gesuiti con l'occasione del Collegio preso in Ascoli di conseguirvi ancora l'oratorio contiguo di S/ta CaterijTna, il quale � della Compagnia dei Battilani, V.S.Ill/ma si degn� � mia intercessione d'operare col medesimo che si desistesse dall'im presa. Bora rinovandosi l'istessa pretensione con disturbo di quei confrati che vivono sotto la protettione mia, supplico V.S.Ill/ma � degnarsi di reiterare i suoi uffitii, affinch� si abbandoni anco al /^presente il negotio, dai quali come ne spero frutto corrispondente alla solita autorit� di lei, cos� le ne prometto pari obligatione al beneficio che se ne ricever� grandissimo. E li bacio humilissimamente le mani. Di Macerata � 27 di Marzo 1620. Di V.S.Ill/ma e P/ma Humill/mo e devotiss/o servitore F.Felice Card/le d'Ascoli. S/r Card/l Bellarmino.

(Minute de r�p.) Si risponda, che hora � in lite quella cappellata, et so che V. Ill/ma non vole altro che il giusto, come anco io non voglio altro. Se la sentenza sar� contraria alli Giesuiti, io sar� il primo � persuadergli di quietarsi; se sar� in favore loro, voglio sperare che V.S.Ill/ma non vorr� altro che quello che vole la giustitia, come � solito suo in ogni altra cosa. Una cosa gli posso dire, ohe ho visto una lettera venuta ibi scritta' da Ascoli, nella ^y^quale si dice essersi trovato un libro scritto l'anno 1561, nel qua le si trova che il curato della chiesa, che hora � dalli Giesuiti, con licenza del Pontefice vende una campana di quella chiesetta vi cina che hora pretendono li battelani, et da questo fatto hanno ra-