Rome,13 mars 1620. Bellarmin � Barth.Burratt�.
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/ Ill/re Signor cognato, Mi rallegro, che V.S. stia bene, il che
raccolgo dalla lettera sua, se pure � di mano propria. Mi rallegro,
che V.S. habbia li terreni, che dice, perche io non sapevo,che li
havesse. Forse in questi stabili si deve contenere la dote della
^fsua moglie, et con quelli che hanno compro di nuovo con li mille
scudi, che ultimamente ho dato alla mia sorella, � verisimile, che
possine vivere commodamente.
Onda io resto maravigliato, che il signor Cesare Tarugi mi
scriva, che non ha potuto bavere dalla mia sorella li tre scudi di
pensione,che gli si devono per la casa ne questo anno,ne il passato.
Dica V.S. da parte mia alla sua consorte, che � vergogna grande fare
stentare un gentil-huomo per tre scudi: et molto piu per sei. Et �
ci� non si scusi, mando alla sig/ra Francesca per monacare la figlio
la,cinquecento scudi, et vene ho aggionti sei, per pagare questo de-
y^^bito, poi che ogni debito, per piccolo che sia, tocca � me � pagar
lo; come gi� ho pagato quello delli Frati de Servi, et ogni altro.
Con questo gli prego da Dio ogni bene. Di Roma li 13 di Marzo 1620.
Di V.S.
Cugnato aff/mo
Il Card/le Bellarmino.
Signor Bartoletto Burratti.
Adr.: Adl'ill/re Sig/re Cugnato, il Signor Bartoletto Burratti.
^nntepulciano
(cachet)
Mss. Cervini 54 fol.68. Orig. autogr.
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