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dia occasione di ricevere delli affronti.
 
 
 
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Montepulciano
 
Montepulciano
 
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Mss. Cervini 53 fol.l60 et 168; P.S. 16Cbis. Autogr.
 
  
  
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Roma li 7 di Marzo 1620.
Di V.S. molto ill.re
Cugino aff.mo per servirla
il Card. Bellarmino.
(P.S.)
Mi ero scordato, che un giorno il Signor Marcello mi venne à parlare di non so che cosa di casa, et io, come soglio con li parenti, et amici, lo feci sedere coperto, et nel ragionare, mi parse che tanto poco mi stimasse, che io mi rizzai, et dissi: hora la finiremo, et mi partii di quel luogo, et mi ritirai allo studio. Poco doppo gli venne voglia di partirsi, et andare à Montepulciano; ma io l'impedii, come ho detto nella lettera. Ma la verità è, che non si parla con tanto ardire, alli Cardinali. Et io mi ricordai che quando veniva il Cardinale S.ta Croce[1], nostro zio, à Montepulciano, ogni domenica eravamo chiamati à vederlo cenare, et stavamo tutti i nepoti da parte di sorelle, in piedi, et scoperti, et finita la cena del Cardinale, andavamo secondo l'età à baciargli la mano, et tornavamo alle case nostre senza dirgli niente. Onde io ricordevole del gran timore reverentiale, che noi portavamo al Sig.r Cardinale S.ta Croce, nostro zio, mi parse soverchio l'ardire del signor Marcello in contendere con me, come di pari, et però feci questa stravaganza di partirmi et andare in altro luogo. Et credo, che nessun Cardinale si lasci parlare con tanto ardire, come allora parlava il signor Marcello. Questo dico, à ciò lui si moderi nelle sue attioni, et non dia occasione di ricevere delli affronti.
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Al molto ill.re signor Cugino, il Signor Antonio Cervini

Montepulciano

  1. Papa Marcello II.