Honor

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Procession of courtiers to the chapel of Fontainebleau, to be knighted. Engraving by Abraham Bosse, 1633.






Excerpta

"L'onore, come dice Aristotele nella Retorica, è segno e dimostrazione d'opinione benefattiva. [...] Et Cicerone dice l'honore esser premio di virtù per giudizio e favor di cittadini dato ad alcuno [...]"[1]

Lo stabilimento dell'onore era un modo di costruire l'ordine gerarchico del mondo. La società stratificata si rappresenta in una serie di ranghi in modo tale che un ordine senza differenze è inimmaginabile. L'alternativa a quest'ordine non era un altro ordine possibile ma il caos. L'onore potrebbe essere definito come la capacità di interazione, simbolicamente generalizzata, nello stratto elevato della gerarchia sociale. Il duello avrà la funzione di ristabilire opportunamente l'ordine ogni qual volta si veda minacciato. L'uso della etichetta sarà anche un mezzo per assicurarsi un riconoscimento nella gerarchia.

Da un punto di vista formale la gerarchia, che apparentemente sembra una sola serie, implica una doppia serie: vista dall'alto c'è una sequenza e vista dal basso c'è ne un'altra. Il concetto di accomodatio, per esempio, è definito, nei ss. XVI-XVII, dall'alto al basso. Nella pratica dell'interazione il missionario si rivolgerà all'indio, o il nobile al contadino, con un codice gerarchico che non corresponde al codice con cui l'indio si rapporta col missionario, o il contadino col nobile. L'uguaglianza era solo prevista all'interno dello stesso strato sociale. Inoltre, una visione del mondo retta dalla distinzione tutto/parti trovò, si pensi alla metafora del corpo e all'elaborazione del concetto di natura, un modo di osservare la disuguaglianza come qualcosa di "naturale".

Secondo Harald Weinrich[2] l'onore ha una storia delimitata tra l'Himenea di Torres Naharro (1524) e il drama di Hermann Sudermann, L'onore (1888) in cui un giovane conte esclama: Detto in confidenza:l'onore non esiste! Questa crisi semantica la si può seguire nel pícaro rappresentato da Guzmán de Alfarache (Mateo Alemán, 1547-1614), nella quale il desvergonzado osserva l'onore. L'onore mette sulla scena l'opinione pubblica. Questo aspetto sociale sarà decisivo nel pundonor spagnolo, vale a dire, l'onore esterno.
La semantica dell'onore cercherà di sottrarsi alle disposizioni della politica, della morale o del diritto. L'economia e la concezione territoriale dello stato introdurranno nuove distinzioni riguardo l'onore. (Vedi noblesse de robe). Così, i mezzi per stabilire la nobiltà si differenzieranno secondo i territori. Per gli spagnoli sarà la pureza de sangre in Francia il servizio delle armi, per i tedeschi l'alto rango delle dinastie.
Nel secolo XVIII una serie di tratti evolutivi determinerà che non si riesca più a configurare una divisione primaria della società in estratti ed emergerà una graduale a maggiore separazione dei sistemi funzionali. In questa evoluzione, i concetti di nobiltà e di onore cercheranno di ristabilire (involutivamente) un ordine minacciato. La virtù sarà anche un modo di correggere ciò che si vede come decadenza. In questo senso, la virtù non solo non si opponeva alla nobiltà ma cercava di rinforzarla e ristabilirla.
Il rinforzamento della virtù come caratteristica essenziale dell'onore si evolverà verso il concetto di honnestas che vede nell'ore la conseguenza del comportamento virtuoso. Questa insistenza riporterebbe il concetto di onore alla sua concezione classica che si era sfumata nella prima modernità in favore di un onore estrinseco. Così dichiarerà Scipione Maffei (1675-1755): [...] quello che sopra alla vita, e sopra ogni altra cosa dee aversi a cuore, non è già l’Onore, ma è l’Onesto, ed unicamente di lui, sommo bene interno dell’animo, si verifica ch’egli è il supremo de’ beni umani, con tutte le annesse proposizioni e con tutti i riferiti precetti, il trasportare ad altro dei quali è un confondere e falsificare tutto l’ordine de’ costumi, e tutte le regole del ben vivere[3].

Più generalmente l'onore attua come un medium. Le metafore con cui viene rappresentato sono "luce" e "sole". Su questo medium se imprimeranno forme condensate, che costituiscono la semantica, attraverso le quali il senso può essere osservato. Dell'onore che si possiede si parla esclusivamente nel caso della sua perdita. Nel caso del principe (luce/sole) non dovrà mai soddisfare l'onore perso perché la sua perdita non è prevista, lui personifica l'onore.
Le comunicazioni riguardanti l'onore, oltre che nella trattatistica specifica (l'art de plaire), lo si potrà osservare nel teatro e nella letteratura. Se l'onore medievale può essere considerato come "naturale", la produzione letteraria (manuali/teatro) del XV secolo indicherà una crisi della semantica dell'onore innanzi a spinte strutturali.

Potrebbe considerarsi la messa in scena di Punch e Judy come una possibilità, in quella dimensione della realtà duplicata, per considerare l'altro lato della distinzione, vale a dire, il disonore. Il disonore è rappresentato nella violenza irriverente di Punch come qualcosa di ridicolo che provoca il riso, ma allo stesso tempo allontana qualsiasi possibilità di adesione che solo provocherebbe la desestima.
Dovrà passare del tempo affinché emerga una evoluzione. Le aventure di Punch, irriverente e violento, che colpisce anche potenti e sfruttatori potrà essere assimilata alla figura dell'eroe.

Documenti

Corrispondenza di Roberto Bellarmino

Fonti

Bibliografia

Florilegium

  • Je ne trouve point de sciences qui touchent particulierement les honnêtes gens que la morale, la politique et la connoissance des belles lettres. La premiere regarde la raison, la seconde la societé, la troisieme la conversation. L’une nous apprend à gouverner nos passions ; par l’autre vous vous instruisez des affaires de l’Etat et reglez vôtre conduite dans la fortune ; la derniere polit l’esprit, inspire la delicatesse et l’agréement

Saint-Évremond, Jugement sur les sciences où peut s’appliquer un honnête homme.

  • Honor est in honorante, Dialogo dell'honore di M. Giouanni Battista Posseuini mantouano, p. 10

  • Ad tertium dicendum quod violatio hic large dicitur quaecumque irreverentia vel exhonoratio. Sicut autem honor est in honorante, non autem in eo qui honoratur [43218] IIª-IIae q. 99 a. 1 ad 3
  • L'honore è come l'ombra, la quale corre dietro a chi la fugge, & fugge da chi la seguita [Amor nudo all'ombre estiue vestito di varietà. Da Giacomo Castagnini, 1653, p. 29]
  • Decoro: Convenienza di onore proporzionata a ciascuno nell'esser suo. : Segn. Pred. 22. Il Mondo già si è avanzato a tanto splendore di abiti, di gioie, di gale, ec. che quando ancor possedessimo doppie entrate, appena ci basterebbono a sostenerlo con quel decoro, che saria convenevole all'onor nostro. Crusca, 3ª Edizione.

Note

  1. Giovanni Battista Possevino; Dialogo dell' honore di M. Giovanni Battista Possevini Mantovano, nel quale si tratta a pieno del duello, della nobilità, e di tutti i gradi, ne quali consiste l'Honore. (pp. 3; 89)
  2. Weinrich, H., Metafora e menzogna: la serenità dell'arte. Il Mulino, 1983.
  3. Della scienza chiamata Cavalleresca. Venezia, 1716, p. 15


Article by Martín M. Morales.
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