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Venise,9 aou^ 1618. Vincent Bianch� � Bellarmin, su�vi de la^^^^ minute de la r�ponse. / Ill/mo et Rev/mo Sig/re m�o, S�g/r Sig/r Col/mo Io non voglio con V.S.Ill/ma et ^/ma officiosamente farmi in trodurre da alcuno, perche ella stessa mi f� scorta con la human�t� et virt� sue. Et me le dar� � conoscere meno arditamente eh' jTio sapr�, p er doverla servire da qui innanzi, et perch�, s'io non meriter� la protettione et favor suo, havr� almeno mostrato d�vot�one, invocandola et raccommandandomele. Signor Illustrissi mo, io h� speso,posso dire infruttuosamente, tutti i miei anni negli studii; et quando v�veva Henr�co Quarto re di Francia, quel ^^poco ch'h� saputo, eh'� stato niente, h� commun�cato � tutti, leg gendo in Parigi. Mi sent� �l'ill/mo Sig/r cardinale Barberini, allhora nuncio � quella corona. Morto Henr�co, servii Ridolfo II imperatore; nel qual tempo h� scritto secondo le m�e picc�ole forze gli Annali d� Bohem�a et gran parte d'H�storia Bcclesiast�/^Tca. Tornato in Italia, venni, due anni sono, con l'illustrissimo Sig/r cardinale Vendramino � baciar'! piedi alla Santit� d� N.S. Poco dopo, perche h� sempre havuto naturale �nclinatione alle co se di chiesa, rinunciati tutti i titoli et tutte le vanit� di se colare,mi son contentato del semplice grado d� Protonot^rio, �m^^petratom� dall'ill/mo Sig/r Cardinale d� Vicenza. Hora � vacata la chiesa di Corf�, et sono molti della m�a patria che la deside rano, all� quali io cedo principalmente in questo, nell'esser'essi pi� fortunati di me. Supplico V.S.Ill/ma et Rev/ma, che � capo et padre delle lettere, voler difender la parte pi� debole, che � Q^^nostr� tempi � la virt�, et me,non perch� io presuma di valer co sa alcuna, ma come affaticato ch'io sono, ricevendo per humilissimo suo servitore, degnarsi, qualunque io mi s�a, d'obl�garmi co'l proponerm� � N.S. N� le dover� parere audace questa m�a ri verente confidenza; perch� deriva da una antica d�spositione d'animo, che tuttav�a conservo, di voler pi� tosto una sola raccom-