Rome,
1 6 1 3 . Bellarmin [au Nonce de Paris]
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/ Ill.mo e R.mo Sig.re. L'Agente delli padri Celestini mi ha fatto sapere che costi alcuni emuli del Provinciale hanno finto lettere mie et forse anco del Papa scritte � V.S.111.ma et che han no fatte vedere nella camera della Regina, nelle quali lettere si ^"diceva che Nostro Signore et io habbiamo improbati la riforma fatta dal Provinciale, massime circa l'oratione mentale^ i novitiati et li studii. Et perche tutto questo � falsissimo, mi ha ricercato da parte di quei Padri che con mie lettere desse aviso della verit�. Dico dunque che tali lettere non sono n� possano essere mie ne 9i Nostro Signore; poich� io stesso con saputa et approbatione di S�a Santit�,h� essortato il Provinciale � fare questa riforma, dandogli l'essempio del capitolo generale fatto da noi nel 1612, dove io an cora mi trovai presente all'Abbadia di Salmone, dove ad instanza mia si ordin� la reduttione de Novitiati ad un luogo solo, acci� li /y^novitii stessero separati dagl'altri monaci et fossero instrutti con ogni diligenza; et che li studii si riducessero � due monasterii soli grandi et capaci, dove si potesse fare profitto. L'oratio ne mentale gi� era introdutta, et si ordin� che si continuasse con ogni fervore. Si che havendo io introdotta questa riforma qu� in Italia et all'istessa essortato li padri Celestini di Francia, bi sogna che siano lettere false quelle che contengano il contrario. Far� V.S.111.ma opera degna della sua charit� dare aviso � Sua Maest� di tutto questo, se sia bisogno.
Arch. Vatic. Gesuiti 21 pag.119-120.
