P�rouse,28 janv. 1612. L'�veque de Perouse � Ball^rmin.
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111^^ et
S�g^ mio padrone col"^
Quanto s�a grande la dignit� episcopale et quanto siano obl�-
gati i vescovi all'osservanza del decoro anco per commandamento i
dell'ultimo concilio generale e del cerimoniale rivisto dai Signo-
^^ri Cardinali et approvato da papa Clemente di santa memoria, in
nessun luogo s� pu� sapere meglio che in Roma, et nessuna persona
meglio l'intende di V.S.111^^ per la pratica et per quello che ec
cellent�ssimamente ne h� scritto. Et io che per venti anni h� dis-
sonestato co'i miei demeriti et defetti questo grado in diversi
/^casi occorsi � tempo de'Sig^^ cardinali legati et de'Sig^�^ gover
natori, mi son temuto et ritenuto d� far parte nella diffesa d'al-
cune prerogative episcopali che forse per ci� hanno patito aloun
pregiud�tio in tutto l'ordine.
Come il terz'anno che monsignor Marino governatore et all'hora
/y^non pi� che referendario Apostolico, nella translatione di
Er-
culano pretese et si prese la precedenza da i vescovi, et appresso
s'indusse � credere doverseli per giustitia alla predica nella cat
tedrale sedia episcopale, et conforme � quella del vescovo, et per
tal dichiaratione son gi� due anni che f� �nstanza senza haverm�
contradittore in cosa ch'io giudicai dovesse per se stessa svanire,
si come intesi dal S�g^ Cardinal Pinello bo^. me^^ alcuni memoria
li del governatore sopra ci� essere stati reietti; et all'hora
pregai S.S.Ill^^ che per sopire tal differenza come amico et signo
re del governatore gliene scrivesse; ma giudic� meglio che � nome
della Congregat�one se gli scrivesse, et ne fu dato ordine al Sig^
Mucant�, il quale tardando l'essecutione dette tempo � monsignor
Marino, mediante alcune fed� da me non viste et �nrelevant� di far
pratt�che strette per la revocatione dell'ordine, che ottenne sen
za esserci io chiamato ne inteso. Quello che poi s�a occorso il
Sig^ Mucant� deve per commissione m�a bavere riferito in congrega-
tione, et V.S.Ill^a haver� inteso dal canonico Cr�spolti, il qual