Rome,? novembre 1608. Bellarmin au P.Carminata.
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/ Molto Rev^^ Padre mio. Pensavo di mandargli hoggi il breve del
le indulgenze, ohe cos� m'haveva promesso il secretarlo de'brevi;
m�, bevendo mandato � pigliarlo, h� trovato che non era ancora co
minciato � scriversi. Quanto prima potr� haverlo lo mandar�. Il
^ P a p a si ricorda benissimo di V.R. et ha preso la via di mezzo con
cedendo l'altare privilegiato, ma per cinque anni soli. Vero � che
non � difficile poi ottenere la progogatione.
Quanto all'altra gratia di macellare in casa, il Papa vorrebbe
e non vorrebbe far la gratia, et bora l'allonga per una via, bora
/ ^ p e r un'altra. La ragione principale che lo move � non si risolvere
� perche, se la concedesse � V.R. per Messina, bisognarla conce
derla all'altri padri per Palermo,e per gli altri luoghi, e se la
concedesse alli padri della Compagnia, bisognarla concederla all'
altri religiosi. Dice anco che il breve non prohibisce macellare
/yagnelli,e castrati e porci, ma solo bovi da arare, e che per� po-
triano li padri provedresi d'altri animali, et quanto alli bovi z
contentarsi di quelli che si trovano al macello. Vedo che questo
� dar consiglio � chi domanda aiuto. Ma non s� che farmi, vedendo
la cosa difficile. Ma quando reclamassero al Papa molti altri reli-
Q^giosi et clerici, e non fosse V.R. sola, forse saria pi� facile ri
vocare quel breve, massime quando partir� il vicer�. Con questo mi
raccomando alle sue sante orationi. Di Roma li 7 di novembre 1608.
A quello che lei tocca del dubio che h�, se camina bene in co-
testo governo, priego Dio che mandi questo dubio � molti vescovi
Oy^et al capo de'vescovi, peroh� gli saria molto utile e di grande be
ne all'anime. Non h� lei bisogno di dubitare,essendo tanto prattioa
e tanto aasiduo nel suo offitio. Ma del resto non habbiamo altro
remedio che gemere e dire al nostro Padrone: Respice et miserare.
Di V.R.
Servo in Christo R.C.B.
Archiv.Postul. let.31.