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Molto Rev.do Padre mio. Pensavo di mandargli oggi il breve delle indulgenze, ohe così m'aveva promesso il segretario dei brevi;ma, avendo mandato a pigliarlo, ho trovato che non era ancora cominciato a scriversi. Quanto prima potrò averlo lo manderò. Il Papa si ricorda benissimo di V.R. e ha presola via di mezzo concedendo l'altare privilegiato, ma per cinque anni soli. Vero è che non è difficile poi ottenere la prorogazione.
Quanto all'altra grazia di macellare in casa, il Papa vorrebbe e non vorrebbe far la grazia, e ora l'allunga per una via, ora per un'altra. La ragione principale che lo muove a non si risolvere è perchè, se la concedesse a V.R. per Messina, bisognerebbe concederla agli altri padri per Palermo, e per gli altri luoghi, e se la concedesse ai padri della Compagnia, bisognerebbe concederla agli altri religiosi. Dice anche che il breve non proibisce macellare agnelli, e castrati e porci, ma solo buoi da arare, e che però potrebbero i padri provvedersi d'altri animali, e quanto ai buoi contentarsi di quelli che si trovano al macello. Vedo che questo è dar consiglio a chi domanda aiuto. Ma non so che farmi, vedendola cosa difficile. Ma quando reclamassero al Papa molti altri religiosi e clerici, e non fosse V.R. sola, forse sarebbe più facile rievocare quel breve, massime quando partirà il vicerè. Con questo mi raccomando alle sue sante orazioni. Di Roma li 7 di novembre 1608.
A quello che lei tocca del dubbio che ha, se cammina bene in cotesto governo, prego Dio che mandi questo dubbio a molti vescovi e al capo dei vescovi, perchè gli sarebbe molto utile e di grande bene alle anime. Non ha lei bisogno di dubitare, essendo tanto pratica tanto assiduo nel suo officio. Ma del resto non abbiamo altro rimedio che gemere e dire al nostro Padrone: Respice et miserare.
Di V.R.
Servo in Cristo
R.C.B.