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faccia una buona ammonizione, e gli dica che, si non pensa vivere castissimamente, non torni, ma si risolva pigliar moglie. Di più,nel tempo che è stato qua, l'ho scoperto collerico e sospettoso; le quali condizioni sono molto contrarie a chi vuole vivere in compagnia di altri quietamente. La causa, per la quale lui pensa esser mal visto da alcuni di casa, è questa. Io pensai alcuni mesi sono di dargli la coppa, e a ms. Valerio dargli l'officio di mastro di camera e di auditore, quali due offici ha esercitato finora l'auditore; e mentre io volevo che questo si tenesse secreto, per disporre l'auditore a dare a ms. Valerio uno dei suoi offici cioè di mastro di camera o di auditore, questo fu riferito all'auditore, e Ligurio pensò che fosse fatto per impedirgli l'officio di coppiere. Ma s'inganna, perchè ognuno giudicava che l'officio di coppiere stava meglio a lui che a ms. Valerio. Ma la causa fu perchè non parse bene privare l'auditore de suoi offici, si perchè è nipote del card. di Camerino, si perchè l'auditorato non è altro che nome, non avendo io cause civili, ma occupazioni del S.to Officio e di quelle che mi da del continuo N.ro Signore in materia di teologia; e anche perche ms. Valerio, sebbene è persona molto da bene, non è molto a proposito per mastro di camera, come ne anche per coppiere. E questo mosse quello che avisò l'auditore prima del tempo, cioè lo mosse questa ragione, e non l'invidia di Ligurio. Io non so se sia tempo che lui ritorni a Roma, ma credo che possa tornare a sua posta, perchè non è verisimile che la corte voglia altro da lui, se non che si cassi la querela e si soddisfaccia a ministri. Di Roma li 26 di aprile 1608.<lb/>
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faccia una buona ammonizione, e gli dica che, si non pensa vivere castissimamente, non torni, ma si risolva pigliar moglie. Di più,nel tempo che è stato qua, l'ho scoperto collerico e sospettoso; le quali condizioni sono molto contrarie a chi vuole vivere in compagnia di altri quietamente. La causa, per la quale lui pensa esser mal visto da alcuni di casa, è questa. Io pensai alcuni mesi sono di dargli la coppa, e a ms. Valerio dargli l'officio di mastro di camera e di auditore, quali due offici ha esercitato finora l'auditore; e mentre io volevo che questo si tenesse secreto, per disporre l'auditore a dare a ms. Valerio uno dei suoi offici cioè di mastro di camera o di auditore, questo fu riferito all'auditore, e Ligurio pensò che fosse fatto per impedirgli l'officio di coppiere. Ma s'inganna, perchè ognuno giudicava che l'officio di coppiere stava meglio a lui che a ms. Valerio. Ma la causa fu perchè non parse bene privare l'auditore de suoi offici, si perchè è nipote del card. di Camerino, si perchè l'auditorato non è altro che nome, non avendo io cause civili, ma occupazioni del S.to Officio e di quelle che mi da del continuo N.ro Signore in materia di teologia; e anche perche ms. Valerio, sebbene è persona molto da bene, non è molto a proposito per mastro di camera, come ne anche per coppiere. E questo mosse quello che avvisò l'auditore prima del tempo, cioè lo mosse questa ragione, e non l'invidia di Ligurio. Io non so se sia tempo che lui ritorni a Roma, ma credo che possa tornare a sua posta, perchè non è verisimile che la corte voglia altro da lui, se non che si cassi la querela e si soddisfaccia a ministri. Di Roma li 26 di aprile 1608.<lb/>
 
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Mi sono poi informato, se sia sicuro il ritorno di Ligurio a Roma e mi si dice che sarebbe meglio che aspettasse ancora un'altra settimana perchè si spera che l'avvocato del reo in questo mezzo accorderà la corte, sebbene il reo non vole esser conosciuto; e per ora la corte tiene Ligurio per reo, non avendo nessun'altro in processo.
 
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faccia una buona ammonizione, e gli dica che, si non pensa vivere castissimamente, non torni, ma si risolva pigliar moglie. Di più,nel tempo che è stato qua, l'ho scoperto collerico e sospettoso; le quali condizioni sono molto contrarie a chi vuole vivere in compagnia di altri quietamente. La causa, per la quale lui pensa esser mal visto da alcuni di casa, è questa. Io pensai alcuni mesi sono di dargli la coppa, e a ms. Valerio dargli l'officio di mastro di camera e di auditore, quali due offici ha esercitato finora l'auditore; e mentre io volevo che questo si tenesse secreto, per disporre l'auditore a dare a ms. Valerio uno dei suoi offici cioè di mastro di camera o di auditore, questo fu riferito all'auditore, e Ligurio pensò che fosse fatto per impedirgli l'officio di coppiere. Ma s'inganna, perchè ognuno giudicava che l'officio di coppiere stava meglio a lui che a ms. Valerio. Ma la causa fu perchè non parse bene privare l'auditore de suoi offici, si perchè è nipote del card. di Camerino, si perchè l'auditorato non è altro che nome, non avendo io cause civili, ma occupazioni del S.to Officio e di quelle che mi da del continuo N.ro Signore in materia di teologia; e anche perche ms. Valerio, sebbene è persona molto da bene, non è molto a proposito per mastro di camera, come ne anche per coppiere. E questo mosse quello che avvisò l'auditore prima del tempo, cioè lo mosse questa ragione, e non l'invidia di Ligurio. Io non so se sia tempo che lui ritorni a Roma, ma credo che possa tornare a sua posta, perchè non è verisimile che la corte voglia altro da lui, se non che si cassi la querela e si soddisfaccia a ministri. Di Roma li 26 di aprile 1608.
fratello di V.S. aff.mo
Il Card. Bellarmino.
Mi sono poi informato, se sia sicuro il ritorno di Ligurio a Roma e mi si dice che sarebbe meglio che aspettasse ancora un'altra settimana perchè si spera che l'avvocato del reo in questo mezzo accorderà la corte, sebbene il reo non vole esser conosciuto; e per ora la corte tiene Ligurio per reo, non avendo nessun'altro in processo. .