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21 avril 1606.

(suite)

570.

/ sa Petrucc�, et con Raziv�gl�o ci era uno di casa Orsina; et Bar

tolomeo Vignanesi, ohe hora � qua, ha tentato di entrar per aiutan

te di camera del card.Farnese � del card.Aldobrandino; ma non si �

potuto haver luogo, et l'istesso Bartolomeo, che in questo ^ savio,

non voi'entrar con nessumo per gentil'huomo. Quando le cose siano

aggiustate bene, mi contentar� di aggiognere qualche cosa, per met

terlo in ordine, � quello che ho scritto altre volte che si spenda

costi di quelli danari che sono in mano del cavaliere Vignanesi. Al

Sig^ Lelio non mi pare che io gli deboia scrivere senza occasione,

/y Non habbiamo zuccaro rosato, ma certi barattoli antichi di con

serve di cedro. M Marsilio dice che � troppo fare insieme il ve-

sicatorio alla testa et il rottorio al braccio, et che gli pare che

se il catarro � tanto che bisogni rimedio presto, si faccia il ve-

sicatorio � laccio alla testa, il quale opera subito; et quando sia

/^"guarito il catarro, si faccia il rottorio al braccio et si serri

quello della testa, perche se bene il rottorio del braccio non ope

ra subito, tuttavia comincier� ad operare,quando il catarro comin-

ciar� � tornare. 11 medesimo ha detto un'altro medico Senese,che �

qua in Roma, il quale per� dice che non pu� credere, come ne anco

Marsilio che V.S. parli di vessicatorio propriamente, ma habbia

preso vessicatorio per laccio; perche il vessicatorio � tanto vehe-

mente che non si fa se non � chi � disperato della vita et non ha

altro rimedio. Et dicano che tal vessicatorio � un fanciullo tene

ro non conviene, perche gli darla per quatro giorni un tormento g

grandissimo. Con questo saluto tutti. Gli mando la lettera di quel

la Giulia Mancini, per sapere se � bene che gli si dia quello che

domanda. Di Roma li 21 d'aprile 1606. fratello di V.S. affmo

(Adresse de solito)

il Card. Bellarmino.

F.B.1 lettere origin.

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