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Rome,22 novembre 1605. Bellarmin au meme.

518

/ Molto 111^^ Sig^^. Sabbato scr�ssi per la posta di Milano et mandai la poliza per 1300 piastre da pagarsi in Siena, et una let tera d� m Pietro. Credo sar� venuta. Rieri ricevei il vino et le altre robbe mandate da V.S. et dalla Signora sua moglie. Rimando in cambio del v�nn molti fiaschi voti che qua erano soverchi, in cambio delle mele mando ciambelle, che,se bene paiono dure, sono buonissime per zuppa. In cambio della mostarda mando barattoli d� conserve; in cambio delle uve passe, mando scatole di cose d� can nella et zuccaro; in cambio de fongh� mando centur�n�, quali ha domandato il garzone da parte della signora, se bene io non so se stia bene, che Giuseppe,che � prete, habbia da portar s�mile centturin�. Lr-iguri.e non ^e ancora comparso, ne il vescovo di P^ad^ova suo padrone. Si aspetta per tutto questo mese. Io non ho bisogno d� dottori in legge et canoni, perche oltre dell'auditore,che sa la parte sua, ho un'altro dottore di theolog�a et versato bene in canoni; et d� pi� il Sig^ Mario Cosci, che fu m�o vicario in Oapua, il quale � dottore assai in utroque iure et prat�ch�ssimo et molto huomo da bene, mi servir� per amico et consiglier�, et lo terr� in casa fin che gli provegga d� qualche chiesa � qualche buon governo. Ho bisogno d� uno in luogo di Giuseppe, che faccia l'off�t�o d� m mastro d� camera con nomenpero di coppiere; et questo vorrebbe essere ben nato, d� buon aspetto et di migliori costumi, senza super bia, et affabile con tutti. Hora fa questo off�t�o l'auditore et lo fa volentieri: tucta via sar�a meglio un altro che non havesse altro da fare. Intendo che il Cardinal Tarug� tratta d� dare la sua pronepote,figlia del cavaliere, ad un certo Angelo Mancini,che � stato qui in seminario. Per�, quando si avesse da trattare per il Signor Giuseppe, sar�a bene quando prima, � ci� fussemo � tempo. Altro per hora non mi occorre. Iddio s�a con V.S. et con tutta la sua fam�glia. D� Roma, li 22 d� novembre 1605. (cet. de solito) F.B.1 . Lettere originali.