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^ f�vrier 1604

(suite)

387

/ nostro rossore confessare, che habbiamo fatto quello, che non po

tevamo fare. Et perche V.S. fu l'autore d� questa unione, et lei

form� il decreto, se bene io lo sottoscr�ssi, mi far� gratia par-

t�cularissima, � scrivermi, se lei pensa che si possa mantenere

jT questa unione, et con che fondamento, et se almeno,lei creda,che

Don Benedetto possa ritenere il canonicato sacerdotale con la por-

tione d�

Salvatore, in virt� della d�spenza, che gi� ottenne,

quando hebbe il canonicato suddiaconale, atteso,che questo sacer

dotale � gravato di pensione di trenta ducati, et non ha prebenda,

ma il punto solo, perche la prebenda d� Don Emilio Uarosio fu ot-

tata dal Canonico Mirto. Et � ci� V.S. possa meglio giudicare,

metter� qui le parole del decreto dell'unione: "tum auctoritate

nostra ordinaria, tum etiam vigore concili� Tridentini, et omnI

meliori modo, quo de jure possumus,et debemus, dictam cappellani/ T am Sti Salvatoris major�s quae possidetur per eumdem Don Benedic-

tum, accedente in hoc consensu tam d�ct� poss�dentis, quam etiam

nostri Rev.Capit�^i Capuani, un�mus, annectimus,et �ncorporamus

d�cto canon�catui sacerdotali d�misso per Emil�um de Uarosi�s;

ita tamen quod post d�ct� D.Bened�cti ob�tum, tam acanonicatus sa-

cerdotal�s,quam etiam dieta Cappellan�a unita conferatur sacerdo

ti idoneo et perito,qui esse debeat poenitent�arius, cum potesta-

te dicto D. Bened�cto concessa optand�,et retinendi alias proe-

bendas in futurum, d�cto canon�catui sacerdotali de quo erit pro-

v�dendus, spectantes; cui option� non �ntell�gatur modo aliquo

praejud�catum,neque derogatum,etc."

In somma desidero da V.S. consiglio in questa cosarla quale

mi da non poco travaglio. Del resto noi stiamo bene, per gratia

del Signor, et desideriamo il medesimo � V.S. con agg�onta di og-

lei p u o d e siderare^et sopra tutto-oon-multa abondant�a digrati�^SCVlna. VT^^a�^r�cord� di me,et tenga certo, che la ���mo7e^ amo per le sue virt�,et non sI^TSsnt-ta&tn^OPpr�- La negot�i, che la testa patisca danno. D� Capua li 3 di fe-