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corpo suo; e che se il sacerdote fosse maggior di Cristo, non doveria adorare l'Ostia consacrata etc.; e che non è proprio parlare, che il sacerdote crea il Creatore, perchè la consacrazione non è creazione, ma transmutazione del pane nel corpo di Cristo, e che l'anima e la divinità vivi si trovano per concomitanza, non per creazione; e che quella transmutazione la fa Iddio principalmente, e noi solo ci concorriamo come ministri, onde non si può dire senza bestemmia, che il sacerdote sia maggior di Dio. A queste e simili ragioni il buon religioso non rispose altro, se non che era pronto a fare quanto io comandavo, e così gli dissi, che il giorno seguente si dichiarasse, con dire, che aveva detta quelli proposizioni per eccesso, e per lapsum linguae, ma che propriamente erano false. E così fece cortesissimamante. Con quella occasione gli feci una buona correzione fraterna mettendogli in considerazione la regola di San Francesco sopra il modo di predicare. E poi per addolcire la medicina gli mandai a presentare alcune frutte. Non sarò più lungo, basta avergli fatto parte dei mali e dei beni nostri. Gli bacio le mani con ogni umiltà. Di Capua li 7 Marzo 1603.<lb/>
/ corpo suo; e che se il sacerdote fusse maggior di Cristo, non dove ria adorare l'Ostia consecrata etc.; e che non proprio parlare, che il sacerdote crea il Creatore, perche la consacrazione non creazione, ma transmutazione del pane nel corpo di Cristo, e che
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Di V.S. Ill.ma e R.ma <lb/>
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Umilissimo servitore<lb/>
[ Rome, Archiv. Postul. Copie; Summar. add. p.59 et 8l; Traduction frangaise partielle dans Couderc, op.cit.,t.II.p.272.1
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Roberto Card. Bellarmino.

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corpo suo; e che se il sacerdote fosse maggior di Cristo, non doveria adorare l'Ostia consacrata etc.; e che non è proprio parlare, che il sacerdote crea il Creatore, perchè la consacrazione non è creazione, ma transmutazione del pane nel corpo di Cristo, e che l'anima e la divinità vivi si trovano per concomitanza, non per creazione; e che quella transmutazione la fa Iddio principalmente, e noi solo ci concorriamo come ministri, onde non si può dire senza bestemmia, che il sacerdote sia maggior di Dio. A queste e simili ragioni il buon religioso non rispose altro, se non che era pronto a fare quanto io comandavo, e così gli dissi, che il giorno seguente si dichiarasse, con dire, che aveva detta quelli proposizioni per eccesso, e per lapsum linguae, ma che propriamente erano false. E così fece cortesissimamante. Con quella occasione gli feci una buona correzione fraterna mettendogli in considerazione la regola di San Francesco sopra il modo di predicare. E poi per addolcire la medicina gli mandai a presentare alcune frutte. Non sarò più lungo, basta avergli fatto parte dei mali e dei beni nostri. Gli bacio le mani con ogni umiltà. Di Capua li 7 Marzo 1603.
Di V.S. Ill.ma e R.ma
Umilissimo servitore
Roberto Card. Bellarmino.