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Capone, 7 mare 1603. Bellarmin au Cardinal Antoniano.
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Ill.mo e Rev.mo Sig.r mio oss.mo.<lb/>
 
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Confesso, che quando lessi quel, <hi rend="underline">solveretur nodum Gordianum</hi>, ebbi grande allegrezza, parendomi di potere pungere un poco il mio Padrone per le medicine amare, che mi da due volte l'anno senza prepararmi prima con qualche sciroppo dolce di qualche presente, come io facevo ad un altro Ill.mo. Ma ora che V.S. Ill.ma si è degnata con una poliza di sua mano liberarmi da si fatte medicine, stia sicura, che non m'averà più per Momo o Aristarco, ma per colui, che diceva: aiunt, aio; negant, nego. E se dirà qualche Sciolo, questa parola non è in Calepino: rispondarò che il mio Padrone ha più autorità di Calepino, e che ha tutti li Calepini in testa, e ha testa per far Calepini. Sed haec satis de iocis.<lb/>
326
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Il mio predicatore ha tanto innalzato i sacerdoti nella predica sopra quelle parole. <hi rend="underline">Super cathedram Mosis</hi> etc., che gli ha fatti maggiori della Madre di Dio, maggiori di Cristo, e maggiori di Dio. Ma le ragioni di queste grandezze sono stupende. Il sacerdote benedice l'ostia sacrata, nella quale è Cristo, sed minor a maiore benedicitur, ergo sacerdos est maior Christo. Item Deus oreavit creaturam, sacerdos creat creatorem, dum consecrat Eucharistiam, ergo sacerdos est maior Deo. Si maior Christo et Deo, multo facilius erit maior Virgine etc. Ebbi gran paura, che la dovessemo rompere, ma mi ha edificato con l'umiltà e obbedienza. Perchè parlandogli poi in camera, e dicendogli, che queste erano cose nuove e false, perchè se bene la Madonna non aveva l'autorità di consacrare, tutta via era Regina degli Apostoli, che furono Sommi Sacerdoti e che non ogni benedizione è segno di maiorità, altrimenti David, che pure non era sacerdote, saria maggior di Dio, poichè dice, b<hi rend="underline">enedicam Dominum in omni tempore</hi>, e che la benedizione dell'Ostia la fa il sacerdote come ministro di Cristo, il quale è il principale sacerdote, che per le mani e lingue de noi suoi servi benedice il
 
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/ 111^^ e Rev^� Sig^ mio oss^^. Confesso, che quando lessi quel, solveretur nodum Gordianum,
 
ebbi grande allegrezza, parendomi di potere pungere un poco il imio Padrone per le medicine amare, che mi d� due volte l'anno senza pre^^pararmi prima con qualche siroppo dolce di qualche presente, come io facevo ad un altro Ilp"^. M� ora che V. S. 111^^ si degnata con una poliza di sua mano liberarmi da s� fatte medicine, stia sicura, che non m'aver� pid per Momo Aristarco, m� per colui,che diceva: aiunt, aio; negant, nego. E se dir� qualche Sciolo, questa parola ^^7 non in Calepino: rispondar� che il mio Padrone h� pi� autorit� di Calepino, e che h� tutti li Calepini in testa, et h� testa per far Calepini. Sed haec satis de iocis.
 
Il mio predicatore h� tanto inalzato i sacerdoti nella predi ca sopra quelle parole. Super cathedram Mosis etc., che gli h� fat^ ^ t i maggiori della Madre di Dio, maggiori di Cristo,e maggiori di Dio. Ma le ragioni di queste grandezze sono stupende. Il sacerdote benedice l'ostia sacrata, nella quale Cristo, sed minor a maiore benedicitur, ergo sacerdos est maior Christo. Item Deus oreavit creaturam, sacerdos creat creatorem, dum consecrat Eucharistiam, .^7 ergo sacerdos est maior Deo. Si maior Christo et Deo, multo facilius erit maior Virgine etc. Ebbi gran paura, che la dovessemo rom pere, ma mi h� edificato con l'umilt� et obedienza. Perche parlan dogli poi in camera, e dicendogli, che queste erano cose nuove e false, perche se bene la Madonna non aveva l'autorit� di consecrare, tutta via era Regina degli Apostoli, che furno Sommi Sacerdoti e che non ogni benedizione segno di maiorit�, altrimenti David, che pure non era sacerdote, saria maggior di Dio, poich� dice, benedicam Dominum in omni tempore, e che la benedizione dell'Ostia la f� il sacerdote come ministro di Cristo, il quale il principal sacerdote, che per le mani e lingue de noi suoi servi benedice il
 
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Ill.mo e Rev.mo Sig.r mio oss.mo.
Confesso, che quando lessi quel, solveretur nodum Gordianum, ebbi grande allegrezza, parendomi di potere pungere un poco il mio Padrone per le medicine amare, che mi da due volte l'anno senza prepararmi prima con qualche sciroppo dolce di qualche presente, come io facevo ad un altro Ill.mo. Ma ora che V.S. Ill.ma si è degnata con una poliza di sua mano liberarmi da si fatte medicine, stia sicura, che non m'averà più per Momo o Aristarco, ma per colui, che diceva: aiunt, aio; negant, nego. E se dirà qualche Sciolo, questa parola non è in Calepino: rispondarò che il mio Padrone ha più autorità di Calepino, e che ha tutti li Calepini in testa, e ha testa per far Calepini. Sed haec satis de iocis.
Il mio predicatore ha tanto innalzato i sacerdoti nella predica sopra quelle parole. Super cathedram Mosis etc., che gli ha fatti maggiori della Madre di Dio, maggiori di Cristo, e maggiori di Dio. Ma le ragioni di queste grandezze sono stupende. Il sacerdote benedice l'ostia sacrata, nella quale è Cristo, sed minor a maiore benedicitur, ergo sacerdos est maior Christo. Item Deus oreavit creaturam, sacerdos creat creatorem, dum consecrat Eucharistiam, ergo sacerdos est maior Deo. Si maior Christo et Deo, multo facilius erit maior Virgine etc. Ebbi gran paura, che la dovessemo rompere, ma mi ha edificato con l'umiltà e obbedienza. Perchè parlandogli poi in camera, e dicendogli, che queste erano cose nuove e false, perchè se bene la Madonna non aveva l'autorità di consacrare, tutta via era Regina degli Apostoli, che furono Sommi Sacerdoti e che non ogni benedizione è segno di maiorità, altrimenti David, che pure non era sacerdote, saria maggior di Dio, poichè dice, benedicam Dominum in omni tempore, e che la benedizione dell'Ostia la fa il sacerdote come ministro di Cristo, il quale è il principale sacerdote, che per le mani e lingue de noi suoi servi benedice il
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