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La lettera di V. S. Ill.ma del 25 m'è stata d'infinita consolazione, vedendo per essa quello che io son stato sempre sicurissimo, ch'è la sua gran sincerità,  bontà e prudenza, con le quali s'è degnata d'intendere questi negozi di Procida, e se bene di tutto quello che dipende da me, V. S. Ill.ma come vero padrone, potrà sempre disporre e moderare come le piace, ne io avrò da far'altro che obbedirla et servirla conforme al debito mio, tutta via la supplico a restar servita di vedere quel che scrivo nell'allegato foglio. E fin tanto che mi sia lecito di supplire a bocca quanto di più m'occorre, bacio per fin di questa a V.S. Ill.ma umilissimamente le mani, e le prego dal Signore Iddio felicità perpetua. Di Napoli all'ultimo di Maggio 1602.<lb/>
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Ill.mo e R.mo Sig.or mio oss.mo.
La lettera di V. S. Ill.ma del 25 m'è stata d'infinita consolazione,[1] vedendo per essa quello che io son stato sempre sicurissimo, ch'è la sua gran sincerità, bontà e prudenza, con le quali s'è degnata d'intendere questi negozi di Procida, e se bene di tutto quello che dipende da me, V. S. Ill.ma come vero padrone, potrà sempre disporre e moderare come le piace, ne io avrò da far'altro che obbedirla et servirla conforme al debito mio, tutta via la supplico a restar servita di vedere quel che scrivo nell'allegato foglio. E fin tanto che mi sia lecito di supplire a bocca quanto di più m'occorre, bacio per fin di questa a V.S. Ill.ma umilissimamente le mani, e le prego dal Signore Iddio felicità perpetua. Di Napoli all'ultimo di Maggio 1602.
Di V.S. Ill.ma e R.ma
umiliss.o e aff.mo servitore
Il Card. Gesualdo.
S.r Card.le Bellarmino.
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Adr.: All'Ill.mo e R.mo Sig.or mio oss.mo il Sig.or Card.le Bellarmino
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[Cf.supra] / In Procida per comandamento di V.S. Ill.ma molto tempo fa deputai per vicario con la giurisdizione di conoscere e decidere le cause, che ordinariamente possono occorrere in quell'isola, l'istesso Vicario curato della dell'anima, nelle quali cause s'egli non ha proceduto, come poteva per la commissione che gli ha fatta, e doveva per soddisfare a quest'officio; la colpa è stata sua, ovvero de Procidani, se non sono ricorsi a lui nelle loro occorrenze. E quanto al passare il mare, agli isolani non par strano, ne a questi è difficile, per esser pochissimo spazio, e l'esperienza lo dimostra


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  1. This letter has not survived, but surely was a reply to Index:EBC 1602 05 21 0247.pdf.