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che continuamente, per vendere li loro frutti, lo fanno tutto l'anno, e così preti come laici d'ogni sorte non credo che passi giornata che nella città di Napoli non se ne trovino molti.
Se questa commissione, che fin qua è stata in persona del suddetto Vicario curato, comandasse V.S. Ill.ma che passasse in persona d'altri, io son pronto a servirla e ad obbedirla; se non per altro. almeno servirà per far prova d'un altra che fosse più diligente e accurata.
Per l'ordinario mantenerci un forestiero uomo da bene e intelligente, sarà cosa difficile; ma per alcun tempo (se così comanderà V.S. Ill.ma ) trovandosi una persona buona, io m'offro a far la spesa; ne più di questo io saprei fare intorno a tal materia, che pur lo farei per obbedire ai cenni ,nonchè ai comandamenti di V.S. Ill.ma.
Quanto alla lite che vuol fare il vescovo d'Ischia, io non me ne curo niente e assicuro V.S. Ill.ma ch'egli si tanto poco che non è atto a dar giudizio ne de liti ne de scritture, le quali scritture (come credo aver [un'altra volta significato a V.S. Ill.ma non potranno mai far prova contraria a quella verità che s'è mostrata e si può mostrare sempre in Roma con li molti libri, bolle e registri autentici della Sede Apostolica.
Non voglio anche tacere a V.S. Ill.ma come ho inteso che il Vescovo di Pozzuolo ha fatto e fa la parte sua per muovere questi umori, i quali, come che hanno fondamenti falsi in parte fabbricati da loro, bisogna che presto caschino a terra.
S'io non sono venuto a far riverenza a V.S. Ill.ma di persona, ne sono state cause le molte indisposizioni e gravissimi impedimenti che ho avuti. Io in ogni modo farò il debito mio e dopo supplicherò V.S. Ill.ma che onori con la sua presenza questa città, ove procurerà che da tutti sia onorata e servita come merita; e perchè non con viene fare altrimenti la supplico a credere a questo suo antichissimo e vero servitore.