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I 1599 4# Bellarmin � l'�veque de Bagnor�a. Rome, 29 mai D599.

/ Per quanto trovo ne'sacri dottori et ho conferito con alcuni pa dri della Compagnia, oltre il precetto di Christo N.S�^^ siamo tenuti ad amare l'inimico et di prestargli tutti quei segni esteriori che sogliono fra gl'amici intervenire, et che senza scandalo non si possono tralascia- ./re. Quanto poi al dargli la pace, se vogliamo intendere che questo nome di pace importi non odiare l'inimico et quel pi� che sopra ho detto, chiara cosa � che siamo nell'istessi termini d'amare l'inimico; ma se per dargli la pace intenderemo cassargli la querela nel foro esteriore dell'homicidio overo altro delitto c'habbia commesso, per il che venga il giudice ad assolverlo � mit^^gargli la pena che meriterebbe, in questo caso non siamo tenuti sempre dargliela, eccetto quando, ci� non facendo, fusse per risul tarne qualche grave scandalo. Et � tanto vero che in rigore non siamo te nuti dare la pace all'inimico nel sudetto modo, che, se alcuno si movesse per mero zelo di giustitia � non cassare la querela all'inimico et lasciasse ch'egli fusse punito conforme � meriti del delitto, potrebbe in ci� meritare per rispetto del bene publico. Fonds Bellarm. 3, f.67. Minute autogr.