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pronto.

15 Maggio martedì
Dopo aver dormito un paio d'ore vestito mi levo e poichè il trasporto delle bombole e del materiale è finito e tutti sono all'hangar, così mi metto le racchette e vado anche io insieme al mio compagno di camera il Prof. Behouneck. Arriviamo che tutto è pronto. Ma quando si prova il motore di poppa si trova che la pompa di lubrificante non funziona. Provano a cambiarla, poi a sistemarla diversamente, si torna sempre a provare ma non va. Passano così nove ore di attesa sempre nella speranza di veder funzionare la pompa e sempre nella delusione. L'equipaggio non ha dormito niente, ha lavorato sempre. Si buttano sulla paia, sulla tela, dovunque, e dormono. Il comandante fa passare del Grappa e si desta un pò d'allegria. Io resto digiuno nella speranza di celebrare dopo la partenza del dirigibile. Ma non posso lasciare l'hangar perchè il generale è contento che alla partenza io reciti pubblicamente qualche preghiera. Si arriva così fino alle 13. Mi decido a prendere un pò di caffè! Intanto si è riusciti a sistemare la pompa.

Poco dopo le 13 il dirigibile è pronto. Si afferrano le funi e si trasporta fuori. Il generale Nobile non ha mai perduto la serenità. [1]

  1. Circa la composizione dell'equipaggio, va chiarito che era numericamente limitato, privileggiando il carico di materiale scientifico e tecnico. I giornalisti corrispondenti accreditati erano due, Francesco Tomaselli detto Cesco del Corriere della Sera ed Ugo Lago del Popolo d'Italia ma solo uno avrebbe potuto salire a bordo dell'importante e significativo terzo volo, quello sul Polo Nord: si decise a sorte col classico lancio della monetina, presente Padre Gianfranceschi a fare come da arbitro. Vinse Lago, tuttavia per il maggior credito dovuto alla testata milanese in quanto sponsor economico della spedizione, per la lunga amicizia tra loro, Nobile propose comunque a Tomaselli di salire sull'imminente secondo volo, ma solo se la pesata lo avesse permesso, cosa che in realtà accadde.
    Crudele sorte poi toccata alla promettente giovane penna di Noto, risultato poi Ugo Lago uno dei 6 dispersi con la scomparsa dell'involucro alla fine del terzo tragico volo al ritorno dal Polo Nord, il 25 maggio 1928.