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Atto primo Scena prima  
 
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Idolaria e Christianità incatenata.
 
Idolaria e Christianità incatenata.
Idol. Non sia chi pareggiar hoggi più mai meco tenti e presumi, ogni valor, ogni vittoria ceda, ceda pur allo scettro, alla corona che rege questa man, ch’accerchia il crine e quanto mai da questo solo à quello, bagna il mar, copre il ciel, chiude l'<sic>infe</sic> à me del mondo imperatrice altera tutto vinto soggiaccia, e dove il piede il Regio piè <gap/> non sdegna l’orme si rechi à sorte altri lambir baciando. Sfidai la mia nemica e in chiuso <sic>arringo</sic> stimai viltà seco bandir la pugna e onde fù campo il mondo e questo braccio agitato da sdegno e da furore <gap/> furor che ch’il tesoro
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Idol. Non sia chi pareggiar hoggi più mai meco tenti e presumi, ogni valor, ogni vittoria ceda, ceda pur allo scettro, alla corona che rege questa man, ch’accerchia il crine e quanto mai da questo solo à quello, bagna il mar, copre il ciel, chiude l'<sic>infe</sic> à me del mondo imperatrice altera tutto vinto soggiaccia, e dove il piede il Regio piè <gap/> non sdegna l’orme si rechi à sorte altri lambir baciando. Sfidai la mia nemica e in chiuso <sic>arringo</sic> stimai viltà seco bandir la pugna e onde fù campo il mondo e questo braccio agitato da sdegno e da furore <gap/> furor che ch’il <sic>tesoro</sic>

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contro la terra avara, el Rè crudele. Mà ecco già che muove il passo fuora gonfia di vento e d’alterigia il petto l’idolatria che di menzogne è madre e porta seco incatenata e presa la fè di Christo, che ancor bambina non hà preso vigor, forza e sostegno, mà fiati hoggi il vaticinio mio figlia del mio Signore. Cagion di gioia e d’allegrezza al core che avanti d' annotar trionfarai. Atto primo Scena prima Idolaria e Christianità incatenata. Idol. Non sia chi pareggiar hoggi più mai meco tenti e presumi, ogni valor, ogni vittoria ceda, ceda pur allo scettro, alla corona che rege questa man, ch’accerchia il crine e quanto mai da questo solo à quello, bagna il mar, copre il ciel, chiude l'infe à me del mondo imperatrice altera tutto vinto soggiaccia, e dove il piede il Regio piè non sdegna l’orme si rechi à sorte altri lambir baciando. Sfidai la mia nemica e in chiuso arringo stimai viltà seco bandir la pugna e onde fù campo il mondo e questo braccio agitato da sdegno e da furore furor che ch’il tesoro