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l’alma di quel son io Xaverio appunto, che vinsi il mondo e soggiogai l’impero, ch’idolatra superbo eretto havea in queste parti ove vi nasce il sole della più bella e luminosa sfera, ove è sempre sereno e mai tempesta, santo desio mi spinse giusto al divin volere che dell’anima elette è lege e moto à far suffragio in questa bassa mole e proprio nel Giappon fermarle e ben ti riconosco amica terra à i superbi palagi, all’alte mura, all’ampie strade, alle famose porte à i temp[l]i eretti, à i suoi falsi numi Meaco illustre prima città del Regno qui condussi la fe', qui la mantenni, qui aspramente io piansi, e qui sudai qui guerregiai, qui vinsi e trionfante portai Regi e Reine sotto l’insegna della Croce invitta. Qui partendo da te teco lasciai de miei fidi compagni un numeroso stuolo, acciòche defendesse della nascente fede con lo scettro Regal l’impero, el Regno

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