Monumenta
Ormai quarant’anni fa Jacques Le Goff, in un articolo pubblicato nella Enciclopedia storica Einaudi, argomentava la sostanziale coincidenza tra documento e monumento.[1] Dopo aver ricostruito la storia e l'evoluzione dei due termini, Le Goff concludeva dicendo che
Il documento è monumento. È il risultato dello sforzo compiuto dalle società storiche per imporre al futuro - volenti o nolenti - quella data immagine di se stesse. Al limite, non esiste un documento-verità. Ogni documento è menzogna. Sta allo storico di non fare l’ingenuo. I medievalisti che hanno lavorato tanto per costruire una critica - sempre utile, certo - del falso devono superare questa problematica perché qualsiasi documento è nello stesso tempo vero - compresi, e forse soprattutto, quelli falsi - e falso, perché un monumento è in primo luogo un travestimento, un’apparenza ingannevole, un montaggio. Bisogna anzitutto smontare, demolire quel montaggio, destrutturare quella costruzione e analizzare le condizioni in cui sono stati prodotti quei documenti-monumenti.
All’epoca della pubblicazione del primo volume dei Monumenta Historica Societatis Iesu sembrava
- ↑ Questo articolo venne pubblicato direttamente in italiano. La versione francese uscì pochi anni dopo nel volume XXXX. In una più recente traduzione inglese di questo volume, non è però presente questo breve saggio.