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Molto Reverendo in Xto Padre



P. C.

Nella settimana passata ricevei le desiderate scritte mandatemi da V. R. con l'avviso di un certo schiavo che stà in Livorno nato nella città di Fes et in questa settimana hò ricevuto la gratissima di V. R. con un'altra scritta in Arabico, alla quale m'h'avvisato che devo rispondere e per che il scrittore d'essa non lo conosco che persona sia, nè anco nella sua mette da onde fu mandata, per tanto hò voltato la detta littera dall'arabico in Italiano, accioche sapesse il suo contenuto e per obedire à V. R. mi sono sforzato di far la sua risposta in Arabico, et anco in Italiano, che ambedue mandarò, se Dio vuole, à V. R. nella settimana seguente, perche non hò potuto finirle in questa par la gran occupatione che hò per le mani in magior servitio di Dio. In torno poi quello che desidera di sapere della conversione de'Turchi, dico V. R. che quel sigillo ch'hà il Signore per le mani, conforme quello che ella sà hà fatto e fà giornalmente, per gratia di Dio maravigliosamente l'officio suo. Quelli che già sono battezzati fanno conoscere molto bene la gran impressa, che hà lasciato nel loro cuore, mentre si vede l'opere et il gran affetto che mostrano verso la nostra Santa Fede. Alcuni si confessano e si communicano spesso e non cè pericolo che loro lascino il dir la corona, e sentir al meno una messa il giorno ancorche havessero gran facende. Sia benedetto quel Dio, il quale sradicò affatto dal loro cuore la legge Mahomettana, et piantò in cambio di essa si gran affetto verso la verità christiana; circa anche di sapere qualche cosa di catecumeni, altro non posso spiegare Padre mio per la mia gran confusione se non mi sono diventato quasi stordito per quello che vedo; per tanto dico giornalmente Benedictus Deus in donis suis et sanctus in omnibus operibus suis. Il numero