Rome,13 ju�n 1620. Bellarmin � sa soeur Camille.
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/ Molto 11^/re signora sorella, Io sono bora piu povero di lei,
dovendo pagare fra pochi giorni cinquecento scudi per compimento del
la dote,che si dee � questi Tarugi: et poi anco i debiti del cava-
lier Vincentio; et le mie entrate sono mancate per diversi accidenti.
^TPotr� V.S. con la vendita de grani,et poi del vino pagare facilmen
te questi pochi debiti, gi� che lei ha compro una vigna, che come
lei mi scrisse, rende dieci per cento: et oltre di questo ha molti
campi,et oliveti, et � sola in casa sua. Io desideravo, che lei si
unisse con il suo fratello, al quale saria stata di grande aiuto in
questa sua infirmit�, che non pu� vedere huomini, ne anco i figlioli.
Ma gi� che lei ha eletto di star sola, almanco si goda le sue entra
te, et non mi domandi piu niente, che assai gl'ho dato in questi vin
ti anni. Il signore sia con lei, et essa si apparechi � passare all(
altra vita, perche la morte alli vechi,et vechie non pu� esser lon-
/^"tana. Di Roma li 13 di Giugno 1620.
Di V.S.
fratello affmo
Il Card. Bellarmino.
Adr.: Alla molto ill/re Sig/ra sorella, la Sig/ra Camilla Bellarmin!
Montepulciano
(cachet)
Mss. Cervini 54 fol.74. Orig. autogr.