Capone, 6 novembre 1602.
Bellarmin � son fr�re Thomas.
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/ Molto 111 S�g Fratello. Le malatt�e de fanciulli sono cose ordinarie, et per� bisogna tolerarle, et fare quello che s� pu� per
aiutarli, et poi rimettersi alla previdenza divina. Quanto al fi
gliolo di m Marcello, mi contento' d� pagargli la dozzina nel col-
legio del vescovo di Perugia, non per un anno, ma per due, perche
in un'anno poco si pu� imparare, et il fancuillo ha poca et�. D� poi
credo saria meglio fargli bavere un luogo del collegio del Sig^ Giu
lio Ricci in Pisa, per esser lu� dello stato vechio, et non potendo
studiare leggi �medicina fuor d� Pisa senza licenza del Gran Duca,
la quale s� ha diff�cilmente. Questo luogo lo far� bavere io,quando
cosi piaccia alli suoi et � V.S., et di pi� gli dar� tre scudi il
mese per altri suoi bisogni. Se questo piace, datemene av�so,� ci�
io mi faccia promettere il luogo per l'ottobre dell'anno 1604.
Quanto allo studio nel collegio del Vescovo d� Perugia,io scr�-
vo una lettera all'istesso vescovo, et gli scr�vo che risponda � V.
S. Potrete mandar la lettera et trattare con lu�. Se il Vescovo si
contenti di aspettar la paga al S^� Giovanni Battista et che se gli
rimetta in Roma, come facevo con Angelo, il fanciullo potr� andare
et entrare al principio di gennaio � quando parr� � voi; ma se il
Vescovo vole le paghe anticipate et che s� habbia da vestire alle
mie spese, bisogner� aspettare f�n'al princ�pio di marzo, perche bo
ra io non ho un quattrino, et viviamo d� denari d'altri, havendo
speso in sette mesi pi� d� ottom�lla scudi. Ho scritto ancora ad An
gelo, che se ha lassato niente in Perugia,che possa servir per uno
che habbia da stare in collegio di
Bernardo, che scriva � V.S.
in mano d� chi sono, et ordini che siano dato dette robbe a chi or-
dinar� V. S.
Il suddetto Angelo sta male in Roma, et credo che non potr�
sopportar quell'aria,come ancora io quando andai la prima volta �
Roma, mi ammalai, et in quei primi tre anni non mi rihebbi mai bene.