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229 Bellarmin � Barth�l�my Burratti. Rome, 8 mare 1602.
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/ Mi pare ragionevole, che V.S. godi quelle 230 piastre, fin che vive cosi lei, come la sua consorte, et cosi ne scrivo al sig nor Thomasso. Quanto alla donatione della robba, io non l'accet to, ne mi voglio impacciar di questo; et quando gli piaccia disporre del suo in utile de nepoti di sua moglie, non posso se non lodarla, ma gli ricordo, che aggionga la conditione, se non haver� figlioli proprii, perche V.S. � giovane, et pu� essere, che doppo la morte della mia sorella, gli venga voglia di pigliare un'al tra moglie, dalla quale habbia figlioli. Saluti da parte mia la sua consorte, e Dio vi benedica.
[ F.B.l. Autogr.]