cinque de quali erono di casa Spinola, di famiglie distinte chiamandosi alcuni Spi
nola Duro, et altri Spinola Dantis, e di questi Dantis furono Oratio e Carlo
Spinola fratelli, quali entrarono alli 11 Dicembre di detto anno trovandosi
Rettore del Seminario il Padre fabio de fabij Romano, Religioso di S. Vita, dal qual
Padre particolarmente affermò più volte Oratio d'haver appreso molto bene li
Principij della Vita spirituale, qual sempre professò sin alla morte. Studiò
nel Seminario le lettere humane sin a' tanto che si fece habile per li studi j del
la legge. Non li fù permesso di studiar filosofia e Teologia come desiderava perchè
si considerava già maturo per quelli studij che doveva per sempre professare nelli
Governi de populi, ne conveniva trattenerlo in altri studij, essendo stato fatto per
dar legge ad altri. Mentre visse nel Seminario che fù circa due anni, non solo si
approfittò sopra ogn'altro suo condiscepolo nelli studij della lingua latina,
ma molto più nella Devozione e pietà christiana, particolarmente nella modestia
fù l'essempio di tutto il Seminario ma sopra ogni altra virtù fù segnalatissimo nelle
Purità e mondezza del cuore essendosi portato dalla Casa Paterna il candore
della Virginità, quale mantenne sempre non solo nel Seminario ma in tutto il tempo
di sua vita conservandosi immaculato, et intatto, che però fù tenuto Vergine
pisresso anco da tutta la sua Corte cardinalizia, che l'osservò, come bene lo
testifica il P. Girolamo Gessi nella sua funebre orazione stampata nel libro
del suo funerale fatto in Genova. Il modo con che conservò nel Seminario questa
sua Angelica purità, fu il fuggire ogni sorte di conversazione de Giovani
che li parevano troppo liberi e dissoluti, e con questi non voleva haver ne
pratica ne stretta amicizia o' famigliarità. Abborriva ogni sorte di libi
ne quali fusse mescolata qualch'impurità d'amore o di lascivia. Voltava
le spalle a' chiunque si fusse che raggionasse poco honestamente o' si trovasse nel
Seminario o' nelle scuole. o' in qualsivoglia altro luogo, mostrando dispiacimento
grandissimo d'udir così poco honestà. Gl'occhi suoi che sempre hebbe per costume
di tenerli fissi in terra, sin da giovanetto si era assuefatto tenerli bassi sen-
za mai fissarli nella faccia d'alcuno, qual uso molto più lo mantenne mentre
li fù necessario trattare con Donne, quali mai rimirava in faccia. Sapeva
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