torno per forza maggiore.
Alla sera mentre si aspetta se è possibile parlare con "Italia" il Comandante mi si accosta e mi domanda: "Ebbene ha deciso sul da fare?" - "Si Comandante, e mi pare che sia conveniente che io resti qui. Da un momento all'altro potrebbe essere utile l'opera mia di Cappellano per i superstiti, e partire adesso mi sembra di disertare il mio posto di consegna" -
"Si, lo capisco, ma è che io non so come fare. Adesso mi arrivano giù tanta gente con gli apparecchi, ed io dove li metto?" -
"Comandante io mi adatto a ridurmi in un bucchetto comunque. Le assicuro che io non avrei coraggio di rientrare in Italia in questo momento. Quando tutti quelli che si possono salvare staranno in sicuro io non avrò più nessuna difficoltà di partire. Rinuncio alla consolazione di vederli tornar qui, mi basterà sapere che sono tutti in salvo quelli che si possono salvare. Del resto se Lei mi dice di partire io partirò, ma purchè in Italia si sappia..." -[1]
"Ah no! no! è chiaro...." [2]
- ↑ Per Italia Padre Gianfranceschi intende dire che prima deve informare il suo diretto superiore in Vaticano.
- ↑ Esigenze contrapposte, quella pratica e materiale (pur formulata garbatamente) del comandante Romagna e quella morale, spirituale di Padre Gianfranceschi nella cura delle anime. La pronta risposta, alla domanda che evidentemente aleggiava nell'aria da giorni, non ha dato scampo e modo di replicare al Comandante.